I barbari non invadono solo le piste ciclabili

Questo articolo esamina come la società sia regredita in termini di crescita culturale ed etica, nonostante le invenzioni tecnologiche che ci permettono di condividere informazioni in tutto il mondo. L'articolo mostra come l'ignoranza e l'arroganza abbiano preso il sopravvento sulla riflessione e sulla comprensione reciproca.

I barbari non invadono solo le piste ciclabili

I barbari non invadono solo le piste ciclabili

Nel corso degli anni ho imparato alcune cose che mi hanno sorpreso e amareggiato. Per esempio – ho una scusa: ero solo un ragazzino – scoprire che i bancomat erogano soldi solo se prima li hai depositati. Oppure venire a sapere che i contributi pensionistici non vengono accantonati e gelosamente custoditi, ma finiscono in un grande calderone e ciao, se ne riparlerà. Avevo maturato un’altra granitica convinzione. Quella del progresso della società. Un progresso vero, individuale e collettivo, una crescita culturale ed etica favorita da una maggiore scolarizzazione e dalle invenzioni che permettono uno scambio istantaneo di informazioni persino da un capo all’altro del mondo. Che ingenuità. La verità – i social lo certificano – è che ci siamo imbarbariti. Viaggiamo nel mondo ma non siamo in grado di comprendere quattro righe d’italiano. Quando scriviamo – seminando le acca a casaccio – aggiungiamo le cosiddette emoticon (faccine che sorridono o che piangono e mille altri simboli) perché con le sole parole non ci intendiamo più: bisogna ricorrere alle figure. Non vogliamo informarci, riflettere, soppesare le nostre convinzioni e confrontarle con quelle degli altri. Vogliamo solo essere confortati nelle nostre certezze. Ultrà in tutto, consapevoli di essere ignoranti eppure certi della nostra infallibilità. E incapaci di dire ’grazie’ o il vecchio ’pardon’. O ’mi scusi, sposto subito la macchina’.