I presunti killer restano in carcere. L’autopsia: "Tre ferite mortali"

Il gip di Torino ha convalidato l'arresto dei due pachistani accusati dell'omicidio di Arpal Singh, autotrasportatore di 59 anni. I sospetti sono stati fermati mentre cercavano di fuggire in Portogallo con i soldi rubati alla vittima. Il movente dell'aggressione non è ancora chiaro.

Arresto convalidato dal gip di Torino per i due pachistani, 22 e 30 anni, fermati nella serata di sabato dai carabinieri di Prato e dai colleghi di Milano e Torino, per l’omicidio di Arpal Singh, autotrasportatore di 59 anni, ucciso barbaramente venerdì nella zona industriale di Seano. Il giudice piemontese ha confermato il fermo e disposto la detenzione in carcere per i pachistani accusati di aver accoltellato a morte Arpal Singh per poi derubarlo dei soldi che aveva con sé, circa 4.000 euro, ritrovati nelle disponibilità dei presunti killer quando sono stati fermati sul treno Milano-Torino nel tentativo di fuggire in Portogallo.

I due non avrebbero ancora chiarito il movente della brutale aggressione nei confronti del trasportatore con il quale collaboravano saltuariamente per la raccolta degli abiti nei pronto moda della zona industriale fra Prato e Carmignano. Abiti che Singh distribuiva in Europa fra i vari acquirenti.

La sera di venerdì i due lavoravano per Singh. Non è chiaro che cosa sia successo ma l’aggressione è avvenuta all’interno del furgone della vittima. Le immagini delle telecamere mostrano il furgone che si muove freneticamente, con movimenti veloci e ripetuti i quali fanno intuire l’aggressione in atto. Poi si vede i due scendere dal mezzo e, dopo aver chiuso il portellone dall’esterno, scappare. Che l’aggressione sia stata particolarmente violenta e brutale lo dimostrano anche gli esiti dell’autopsia sul cadavere di Singh, eseguita ieri pomeriggio. Tre le ferite più gravi, quella alla gamba che ha reciso la femorale, una al fianco frontale e una sulla testa. Oltre a queste, già evidenziate da un esame esterno del corpo subito dopo l’omicidio, è stata trovata un’altra serie di coltellate, a dimostrazione della ferocia usata. Possibile che i tre abbiano discusso e che la situazione sia degenerata? Vittima e assassini quella sera lavoravano insieme. Che cosa è accaduto nel vano del furgone prima che i pachistani accoltellassero Singh? I due chiedevano più soldi per il lavoro svolto? Ancora gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Valentina Cosci, non lo hanno chiarito. Gli arrestati sono conosciuti nella comunità pachistana pratese. Sono noti come due "scansafatiche", che hanno poca voglia di lavorare. Non hanno precedenti anche se uno dei due non era regolare in Italia: aveva presentato la richiesta per il permesso di soggiorno. Ieri sono stati eseguiti altri accertamenti sul furgone alla ricerca di tracce utili a ricostruire quello che accaduto.

Laura Natoli