I residenti della stazione: "Il sindaco Vecchi non ci dia dei razzisti"

Il primo cittadino: "Non si possono rimuovere persone solo perché non italiane". La risposta: "Sono spacciatori, non importa la nazionalità. Viviamo nella paura".

I residenti della stazione: "Il sindaco Vecchi non ci dia dei razzisti"

I residenti della stazione: "Il sindaco Vecchi non ci dia dei razzisti"

"Perché darci dei razzisti? Noi cittadini residenti in zona stazione domandiamo legalità e rispetto delle leggi e della convivenza civile". Zona stazione, i residenti non ci stanno e vogliono rispondere a quanto detto dal sindaco Luca Vecchi, a margine della firma del patto contro il degrado, alcuni giorni fa: "Se vi sono alcune persone, che si ritrovano in un luogo pubblico, legittimamente e senza commettere reati, non si può chiedere che vengano rimosse, allontanate, magari solo perché non italiane". E i cittadini della stazione alzano la voce: "Il sindaco parla evidentemente a un residente di Canali, non a noi del quartiere stazione che conosciamo bene la verità di quei capannelli, come bene la conoscono le forze dell’ordine. I capannelli menzionati dal sindaco si dileguano alla vista delle Volanti e in quei capannelli si trovano spesso spacciatori. Se si nascondono avranno bene qualcosa da nascondere no, signor sindaco? Vecchi dovrebbe preoccuparsi dei capannelli dei minorenni sotto ai portici, spesso spacciatori anche loro, che da quanto ci risulta sono minorenni non accompagnati e di cui il Comune ha responsabilità diretta. Tanto che più volte è stato chiesto apertamente: siamo sicuri che le cooperative stiano lavorando bene sul tema integrazione?"

Ci tengono a mettere bene in chiaro: "Noi siamo tutt’altro che razzisti. Queste dichiarazioni dimostrano solo povertà di idee e argomenti. Lo fa sembrare il solito studente impreparato che si arrampica sugli specchi". E riguardo il progetto Stazione In, "è un finto cambiamento – commentano –. È un documento firmato da tutti a parte che dai residenti e non ha molto senso. Con Stazione In si vuole evidentemente mantenere lo status quo: aver relegato il problema sicurezza a un problema sanitario è l’ennesima presa in giro per i residenti". Il focus è sempre sulla sicurezza. Da mesi i residenti gridano la loro paura e chiedono a gran voce la presenza dell’esercito in zona stazione. "Noi abbiamo grande paura di queste bande aggressive di spacciatori che hanno preso in ostaggio un quartiere e il sindaco, nella sua migliore retorica, minimizza o, peggio, ci dà velatamente dei razzisti. I capannelli di spacciatori dai portici di piazzale Marconi devono sparire, così da via Eritrea e da viale IV novembre. Fossero anche di spacciatori svedesi, dovrebbero sparire ugualmente. Ci vogliono costanti controlli a tappeto, che non ci sono". E aggiungono: "Saremmo invece felici di vedere capannelli di pensionati giocare a carte al bar (un tempo c’erano) o di studenti a bersi dopo una lezione, come in ogni città normale. E invece no, ci sono capannelli di giovani in monopattino che corrono da un cliente a un altro, di spacciatori in bicicletta, di tossici dietro le macchine, di sbandati accampati a lato del deposito di bici. Ci domandiamo se quanto successo in via Paradisi e vie limitrofe non ha insegnato nulla o si vuole far diventare il quartiere davanti alla stazione un tutt’uno con la zona Ospizio rendendo omogeneo la zona da Ospizio fino a viale Piave, proseguendo verso via Roma e via Emilia San Pietro".

c. g.