Il delitto di Saman Abbas: "Non si può escludere che ad ammazzarla sia stata la madre"

Nelle ricostruzioni dei giudici emerge un altro scenario sull’esecutore materiale dell’omicidio. Nazia potrebbe averla strangolata da sola o aver partecipato quando sparisce dalle telecamere.

Il delitto di Saman Abbas: "Non si può escludere che ad ammazzarla sia stata la madre"

Il delitto di Saman Abbas: "Non si può escludere che ad ammazzarla sia stata la madre"

Non si può escludere che sia stato il solo Hasnain da solo a strozzarla: anche la madre, sparita per un minuto con Saman viva, potrebbe aver aiutato Danish o agito da sola. È quanto rimarcano i giudici Cristina Beretti e Michela Caputo nelle motivazioni della sentenza dell’omicidio della 18enne. Un nuovo ipotetico scenario che vede la madre Nazia – condannata in primo grado all’ergastolo, ma tuttora latitante – come possibile esecutrice del delitto. Per comprendere bisogna tornare al fatidico 30 aprile 2021 quando "si consumò una lite tra Saman e i genitori dopo le 23.22, momento fino al quale lei aveva chattato con Saqib". E si registrano numerosi contatti telefonici tra Abbas e Hasnain, "inusuali per ripetitività, orari e segno della mancanza di premeditazione". Di una passeggiata fatta fuori da Nazia e Saman, si suggerisce che la madre l’abbia portata fuori al buio per dare tempo al marito di leggere le chat videoregistrate da Haider. Acquisita la certezza della volontà di Saman di fuggire, ecco che i genitori "concepiscono come ineluttabile una soluzione estrema".

La deliberazione dell’omicidio "è variamente collocabile in un arco da poco meno di due ore a poco meno di mezz’ora prima", ed è preordinazione, secondo la Corte, in quanto "si apprestano i minimi mezzi necessari al delitto, diversamente dalla premeditazione che richiede la persistenza costante per un apprezzabile lasso di tempo nella psiche" del responsabile. Danish "esce già munito della pala per fare lo scavo, il suo telefono tace per tre ore e poi farà una telefonata dalle 3.05 con un’utenza tedesca per 52 minuti". Fino alle 23.22 Saman si mostra "allegra e serena con Saqib", poi potrebbe essere plausibile che le siano state mostrate le videoregistrazioni e sia stata costretta ad ammettere tutto. Poi la lite, lei decide di andare via ed esce di casa. Mentre genitori e figlia vanno verso la strada, Shabbar si mostra più disorientato di Nazia che "con passo molto più risoluto procede al fianco della figlia, come a volersi assicurare che si porti sulla direzione giusta". Secondo la Corte, poi Nazia avrebbe preso dalle mani di Shabbar i documenti veri della figlia: glieli avrebbero consegnati "perché interessati solo a farla uscire di casa". Poco dopo si sarebbe consumato il delitto: alle telecamere Abbas appare travagliato e combattuto mentre Nazia scompare dalla vista con Saman. Sullo sfondo, la condotta di Alì Haider. Se dopo essere rintracciato a Imperia "voleva salvare non solo sé stesso, ma anche i genitori", in dibattimento "accusa il padre di maltrattamenti taciuti fino ad allora", ma "si mantiene fermo a tutelare la madre, spinto dal loro stretto legame". Alì si è "evidentemente convinto che sarebbe bastato orientare altrove le sue nuove accuse per salvarsi con la madre, di cui ha continuato a negare fino all’ultimo un’effettiva responsabilità", ritraendola come "vittima e succube" del padre: dato che non corrisponde alle intercettazioni, in cui Nazia "dà prova di fermezza, lucidità e risolutezza non comuni".

Alessandra Codeluppi