Il Giorno del Ricordo che unisce: "È giusto non ignorare le Foibe e i crimini dei comunisti di Tito"

Storica celebrazione in Sala del Tricolore: destra e sinistra si riconciliano dopo anni di polemiche. Iori: "Morti tanti innocenti e atti ingiustificabili". Vecchi: "Ogni totalitarismo porta odio e violenza".

Il Giorno del Ricordo che unisce: "È giusto non ignorare le Foibe e i crimini dei comunisti di Tito"

Il Giorno del Ricordo che unisce: "È giusto non ignorare le Foibe e i crimini dei comunisti di Tito"

di Gabriele Gallo

Dopo anni in cui di fatto era stato ignorato o, come nel 2023, artatamente strumentalizzato, il Comune di Reggio, in collaborazione con Istoreco e Anpi, è tornato ieri a celebrare nel modo più degno il "Giorno del Ricordo"; a memoria delle vittime delle foibe e dell’esilio forzato degli italiani da Istria e Dalmazia. Lo ha fatto affiancando ad un’ equilibrata analisi storica (con la prolusione dello storico Raoul Pupo, docente all’Università di Trieste) la toccante testimonianza di Stefano Setti, nipote del profugo istriano Graziano Udovisi, scomparso proprio nella nostra città nel 2010. La commemorazione ufficiale si è svolta in Sala del Tricolore, con il presidente del Consiglio Comunale Matteo Iori, comprensibilmente soddisfatto per essere finalmente riuscito ad unire maggioranza ed opposizione in un evento condiviso, ad avviare l’evento e il sindaco di Reggio, Luca Vecchi, a chiuderlo.

Nel mezzo anche le considerazioni dello storico di Istoreco, Mirco Carratieri ("affrontare questo tema è duro ma necessario"), e un breve dibattito tra i presenti e il relatore. Matteo Iori ha esordito sottolineando che: "La nostra città deve restare attiva nel ricordare le violenze e i morti fatti dal fascismo, ma è giusto ricordare anche le vittime dei comunisti di Tito. Non si devono fare equiparazioni tra le differenti tragedie dello scorso secolo né delegittimare la Resistenza, ma non si può non ricordare le migliaia di italiani uccisi solo perché ritenuti vicine ai fascisti. Nelle foibe – ha concluso Iori – ci finirono certamente degli innocenti, ma anche fossero stati tutti colpevoli, nulla giustifica quanto fatto dai partigiani jugoslavi".

Il professor Pupo si è invece soffermato sulla volontà dei comunisti sloveni e croati di considerare italiani solo quelli di sangue e, tra questi, considerare meritevoli di considerazione unicamente gli appartenenti alle classi operaie e contadine. "Una integrazione selettiva e subordinata agli interessi jugoslavi", ha ricordato Pupo aggiungendo che i giovani italiani da considerarsi "buoni", venivano poi educati ad odiare l’Italia e a maledirla. Per infine evidenziare che il Giorno del Ricordo ha permesso "alla tragedia degli infoibati ma anche al destino degli scomparsi tuttora sconosciuto, di uscire dall’ombra; di riportare alla luce una vicenda che si voleva restasse nascosta".

Commovente l’intervento di Stefano Setti che dopo avere ricordato l’eroica epopea del nonno ha voluto ringraziare: "Carratieri e Istoreco per l’impegno nell’organizzare questa giornata e anche l’Anpi (con cui in passato non erano mancate polemiche, ndr) non a caso – ha detto tra l’altro – ricordo con emozione l’abbraccio a Quattro Castella col partigiano Antonio Zambonelli", ma anche "il sindaco Vecchi per avere mantenuto la promessa fatta a me e a mia madre affinchè tornasse ad udirsi la voce delle vittime dopo tredici anni dall’ultima volta".

A concludere la commemorazione Luca Vecchi, che ha ribadito l’intenzione della città di Reggio di "continuare a far conoscere e comprendere la vicenda delle foibe oltre ogni condizionamento di parte" ribadendo "che ogni totalitarismo è fucina di odio, violenza e morte".