"La città non si è indignata abbastanza"

Avvocato e garante dei detenuti criticano mancanza di indignazione per il pestaggio in carcere a Reggio Emilia. Nessuna reazione da parte di personaggi pubblici.

"La città non si è indignata abbastanza"

"La città non si è indignata abbastanza"

"Non ho sentito un cantante, un politico, un attore, qualcuno della cultura dichiarare qualcosa quel giorno. Reggio non si è indignata". A dirlo è l’avvocato Luca Sebastiani, avvocato del detenuto tunisino vittima dell’ormai noto e discusso pestaggio in carcere per il quale la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di dieci agenti della polizia penitenziaria. Il legale è intervenuto in un dibattito pubblico al circolo Arci Fenulli, in città, organizzato dal movimento paneuropeo Volt, dal titolo ’Dei diritti e delle pene’. "Mi aspettavo molta più indignazione – ha detto Sebastiani (foto) – avrei preferito qualche telefonata in meno da parte dei giornalisti e qualcuna in più da parte di chi ha ruoli amministrativi: nessuno mi ha contattato per esprimere vicinanza al detenuto. Eppure, premesso che sono esempi ovviamente un po’ delicati da fare, noi italiani ci siamo indignati per anni, giustamente, per quello che riteniamo sia successo in Egitto a Giulio Regeni. Ci siamo indignati per settimane con forza, giustamente, per quello che è successo in Ungheria alla nostra concittadina Ilaria Salis. Ma quello che accade nelle carceri italiane fa meno effetto. Riflettiamoci, perchè per arrivare al fatto che la politica intervenga su questi temi c’è bisogno che l’opinione pubblica ne parli. Se non ci fossero state le telecamere, oggi saremo davanti a un’accusa al detenuto per resistenza a pubblico ufficiale...". Al tavolo anche il garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri che concorda col legale: "la cosa che mi ha fatto ancora più impressione è che non ci si è indignati abbastanza".

All’incontro – moderato dall’attivista di Volt, Silvia Panini che ha spiegato come l’idea dell’evento sia nata proprio dal pestaggio – hanno preso parte anche Mariachiara Gentile di Antigone (associazione che si costituirà parte civile al processo), il consigliere regionale Federico Amico e l’ex deputata Pd Giuditta Pini.