FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

La morte delle boutique: "I proprietari sono rigidi"

Il sindaco Luca Vecchi durante la convention di Confcommercio attacca: "Stimolare chi possiede ex cinema, ex spazi commerciali e residenze vuote".

La morte delle boutique: "I proprietari sono rigidi"

La morte delle boutique: "I proprietari sono rigidi"

Il degrado edilizio del centro storico e la mancanza di iniziativa di certi settori privati è stato tra temi al centro del convegno dedicato ad "Economia urbana per i centri del futuro", organizzato da Confesercenti Reggio a margine della propria Assemblea provinciale annuale. L’incontro ha preso le mosse dalla nuova Legge regionale 12 che - anche tramite finanziamenti - intende offrire nuove opportunità per il rilancio della rete commerciale. Tra i relatori studiosi delle nuove dinamiche del mercato e dei consumi, il presidente della Provincia Zanni, e i vertici dell’associazione: Roger Ganassi (dir. provinciale), Dario Domenichini (pres. regionale e Patrizia De Luise (pres. nazionale). "Se in uno scenario economico per Reggio e l’Emilia così positivo, il commercio continua fare fatica, arriva il momento di fare una riflessione su cosa è mancato da parte del Comune ma anche nell’azione di tutti - ha detto il sindaco Luca Vecchi - Ci stiamo a metterci in discussione, ma io sono dieci anni che provoco certi proprietari di contenitori vuoti, di residenze, di ex cinema, di ex spazi commerciali, e lo faccio perché dall’altra parte ho imprenditori che lì dentro vogliono portare delle attività, ma tutte le volte la risposta è rigida. Se quegli spazi sono vuoti da decenni, la colpa non è nostra. Ci sono proprietari che non vanno incontro con gli affitti ad un esercente in crisi, e piuttosto tengono il negozio vuoto". Il presidente della Cciaa Stefano Landi ha sottolineato alcuni punti della Legge 12: "Parla di prossimità come valore da sviluppare anche attraverso una poli-funzionalità: una sfida se non si vuole che si degradi in de-specializzazione. Non si limita poi ad indicare obiettivi di coprogettazione pubblico-privato, ma ci sono i sostegni che giungeranno ai Comuni su sviluppo e riqualificazione". Ha poi analizzato i profondi cambiamenti della città e gli elementi attrattivi come la Stazione Mediopadana, le ex Reggiane, i Chiostri di San Pietro, le piazze. "Ora è richiesto un sforzo rilevante del privato in senso lato, non si può vivere bene e generare opportunità dove il patrimonio immobiliare è spesso lasciato al degrado e risulta attraente solo per chi è nelle peggiori condizioni socioeconomiche. Il nuovo Pug e il Pnrr sono opportunità, ma servono risorse e sgravi per rendere conveniente il recupero. Serve sostegno per chi mantiene presidi di servizio (questo è il commercio), anche dove le logiche del profitto lo sconsiglierebbero. Ogni negozio chiuso è un pezzo di welfare che chiude". Vecchi ha offerto uno sguardo di prospettiva a partire dalla Reggio della grande crisi della cooperazione: "Non mi sfugge la difficoltà di uno specifico della nostra città, dopo il Covid c’è stata una accelerazione del numero delle vetrine che si chiudono. Limiti nostri, mancate decisioni, mancate azioni... Ma non è vero che non abbiamo fatto nulla", ed ha elencato le "bonifiche" e le inaugurazioni dei suoi 10 anni di mandato, le licenze edilizie per sistemare il patrimonio ed il salvataggio del mercato coperto: "Anche io preferirei erbazzone invece delle catene. Ma concretamente il nuovo soggetto privato ha fatto fatica a trovare chi venda erbazzone".