Fu movimentata la notte fra il 30 aprile e il primo maggio, le ultime ore in cui si ha prova di Saman in vita. Già lo si sapeva. Ma l’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza dell’azienda Bartoli, dove lavorava e viveva la famiglia Abbas, rende il quadro di quanto avvenne quella seranotte davanti all’abitazione di via Colombo a Novellara. Tra le nuove carte emerse dopo il Riesame che ha lasciato in carcere il cugino, unico indagato arrestato, spuntano dettagli precisi e inediti.
Alle 22,11 del 30 aprile un uomo esce dalla casa, rientrandovi nove minuti dopo. Alle 23,03 escono Saman con la madre, rientrando dopo sette minuti. Poi esce solo la madre, per pochi minuti. Quasi un’ora dopo, alle 00,09, escono Saman e in genitori: conversano fra loro. Saman ha uno zaino sulle spalle, con la madre che trattiene il marito quando lui cerca di avvicinarsi alla figlia. Forse stanno litigando. Saman e la madre si dirigono verso una carraia: la ragazza in quel momento non ha più abiti pakistani che indossava alle 23, ma jeans e scarpe da ginnastica. Come se fosse ormai decisa in modo chiaro a lasciare la casa familiare per trasferirsi altrove, per intraprendere un viaggio. Da quel momento della ragazza si perde ogni traccia: di lei non ci saranno più immagini registrate dalle telecamere vicino casa. Alle 00,15 torna fuori Shabbar, diretto verso la carraia percorsa poco prima da moglie e figlia. Non ha nulla in mano, ma poco dopo, al rientro, regge uno zaino simile a quello che aveva Saman poco prima. Solo verso le sette del mattino ricomincia il movimento: prima un uomo, poi altri tre da via Colombo, uno esce dalla casa in bici, rientrando sette minuti dopo. Verso le 8 arriva uno operaio in scooter, poi un altro con abiti lunghi pakistani. Alle 9,41 arriva l’auto destinata a trasportare Shabbar e la moglie in aeroporto a Milano per prendere il volo diretto in Pakistan. Caricano i bagagli e lasciano l’abitazione alle 9,47.