La polizia sulle tracce del piromane. Al setaccio i video di sorveglianza

La polizia sta indagando sui cinque incendi verificatisi in cinque giorni nei pressi della discarica Iren di via Marro. Si escludono né piromani né bravate di ragazzini, ma si cercano collegamenti con un incendio più grave del 12 luglio 2022.

La polizia sulle tracce del piromane. Al setaccio i video di sorveglianza

La polizia sulle tracce del piromane. Al setaccio i video di sorveglianza

Al netto di cinque incendi in cinque giorni, è arrivato il momento di chiudere il cerchio in merito ai roghi sviluppatisi dentro o vicino alla discarica Iren di via Marro. Sabato sera assieme ai vigili del fuoco è arrivata anche la polizia, che ora sta visionando le immagini di sorveglianza della centrale operativa. Video che non ritraggono direttamente la discarica, ma le sue adiacenze sì. Qualche movimento in zona potrebbe risultare sospetto, tenendo però conto che ogni episodio si è verificato la sera e quindi con condizioni di buio.

Non si esclude né che i roghi siano opera di un piromane né che si tratti di una bravata di ragazzini mandata avanti troppo a lungo. Gli agenti stanno svolgendo i dovuti accertamenti per capire come questi incendi uno dietro all’altro si siano sviluppati, tutti nello stesso posto e all’incirca alla stessa ora.

Di recente i vigili del fuoco avevano segnalato un intervento all’isola ecologica di via Marro nella serata del 13 novembre: c’erano delle masserizie in fiamme fuori dalla discarica. Dopo qualche giorno di apparente calma, dal 21 novembre fino a sabato, ogni sera, i pompieri sono dovuti intervenire: che fosse per quadri elettrici o compattatori, quindi fiamme interne alla discarica, o materiali di vario tipo (in un caso, degli pneumatici) che andavano a fuoco appena fuori.

Finora nessun incendio però ha raggiunto il livello del 12 luglio 2022, quando presero fuoco intere masse di rifiuti dentro la discarica e il fumo levatosi in aria arrivò fino alle porte del centro storico. In un primo momento si pensò a un mozzicone di sigaretta ancora accesa buttato dal cavalcavia soprastante, che aveva inavvertitamente creato il panico, agevolato anche dalle alte temperature. Poi si collegarono alcuni puntini: accanto all’incendio c’era un’auto abbandonata e in parte carbonizzata. Due giorni prima, sempre lì, era andato a fuoco un cassonetto e due giorni prima di quello c’era stato un incendio al Bosco Berlinguer, lì accanto. Troppe coincidenze, come nel caso di oggi, per pensare che dietro ci sia solo la sorte avversa.

Giulia Beneventi