La protesta di un’imprenditrice: "Noi fornitori non pagati da un anno per i lavori di Acer in via Doberdò"

Debora Paterlini, titolare del magazzino edile Itco, denuncia: "La ditta che ha vinto l’appalto ci deve 12mila euro". Ieri ha ‘occupato’ il cantiere e poi ha chiamato i carabinieri: "Perché assegnano i lavori a chi ha già debiti?".

La protesta di un’imprenditrice: "Noi fornitori non pagati da un anno per i lavori di Acer in via Doberdò"

La protesta di un’imprenditrice: "Noi fornitori non pagati da un anno per i lavori di Acer in via Doberdò"

"Non vengo pagata da un anno dalla ditta che sta facendo i lavori per la riqualificazione delle case Acer di via Doberdò". La denuncia è di Debora Paterlini, 42 anni, titolare di Itco srl, magazzino edile con sede a Cella (e con un punto vendita anche a Novellara) fornitore dell’azienda che sta eseguendo i lavori. E che ieri mattina si è piazzata davanti al cantiere per una protesta simbolica e infine ha chiamato i carabinieri e denunciare formalmente l’agenzia per la casa.

Siamo nella zona dell’ex ospedale Lazzaro Spallanzani e le case in questione furono proprio un lascito alle famiglie di medici e infermieri, gestite da Comune e Acer. Ora è in corso un restyling annunciato poche settimane fa dagli enti pubblici. "Proprio questo – racconta Paterlini – ha rappresentato la spinta per compiere questo gesto. Acer si pavoneggia per questo intervento, ma da mesi non risponde alle mie mail con richiesta di spiegazioni".

La titolare di Itco poi entra nei dettagli. "L’appalto per i lavori è stato vinto dalla ditta Ime srl che ha acquistato i materiali da noi ad agosto scorso – spiega Paterlini – Ma già la prima fattura da 12mila euro non ci è stata ancora pagata. Io ho 15 dipendenti, sono un piccolo magazzino edile, come facciamo ad andare avanti così?".

L’imprenditrice poi si chiede: "Com’è possibile che gli appalti pubblici vengano dati ad una ditta che, come risulta dalla piattaforma Credit Safe, abbia 900mila euro di protesti? Con la Ime siamo per vie legali, però quello che ci tengo a dire è che le aziende reggiane vanno tutelate. Noi vogliamo che Reggio diventi più bella ed è per questo che lavoriamo da anni col pubblico e con ditte affidabili. I nostri materiali sono stati acquistati, ad esempio, per il restauro della Reggia di Rivalta. Dovremmo poterci fidare degli enti pubblici, invece adesso ci troviamo a combattere per essere pagati ed evitare di saltare per aria. Ora basta. Chiedo risposte e vorrei essere pagata per il nostro lavoro. Acer dovrebbe intervenire per capire se ci sono gli estremi per la revoca dell’appalto. E garantirci il pagamento dei materiali. Se dovesse fallire la Ime srl noi cosa facciamo? Rischieremmo altrettanto. Sarebbe una profonda ingiustizia".