La Reggiana da esportazione vale i playoff

Le statistiche: granata ottavi per punti in trasferta, solo quartultimi per quelli in casa. Alla difficoltà tattica si è aggiunta l’emotività

La Reggiana da esportazione vale i playoff

La Reggiana da esportazione vale i playoff

di Francesco Pioppi

Se la Reggiana giocasse sempre in trasferta sarebbe una squadra da playoff. Al contrario, se i granata fossero sempre di scena al ‘Città del Tricolore’ sarebbero ai playout. A dirlo non siamo noi, ma le statistiche, i crudi numeri, che inchiodano la squadra di Nesta a una realtà che – almeno da queste parti -non crediamo abbia dei precedenti. Almeno in questi termini così evidenti. Da che mondo è mondo la ‘Regia’ ha infatti sempre sfruttato parecchio il fattore campo, prima nell’indimenticato ‘Mirabello’ e successivamente al ‘Giglio’. Anche negli anni più difficili.

Se si scorre la classifica parziale dei match di questa Serie B giocati lontano dalla nostra città, si nota subito come Rozzio e compagni siano all’ottavo posto con 21 punti raccolti, frutto di 5 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte. Al primo c’è il Parma (32), al secondo la Cremonese (30) al terzo il Venezia con 24 punti come Palermo, Como e Sampdoria, al settimo il Catanzaro (22) e poi appunto i granata. Situazione che diventa invece diametralmente opposta tra le mura amiche, con la Reggiana relegata al quartultimo posto con 16 punti, davanti solo allo Spezia (15), alla Feralpi (12) e al Lecco (10) con l’aggravante – se così vogliamo dire – che tutte e tre le squadre che sono dietro ai granata hanno avuto o hanno tuttora problematiche di ristrutturazione e messa a norma degli impianti. Dinamiche che le hanno costrette a giocare parecchie partite ‘casalinghe’ lontano dagli impianti di riferimento. Lo Spezia inizialmente giocava a Cesena (dove la Reggiana ha raccolto la prima vittoria di questa Serie B), la Feralpi a Piacenza e il Lecco era inizialmente destinato a Padova.

Ma perché la Reggiana fa così tanta fatica a vincere davanti al pubblico amico? La domanda è stata più volte proposta anche a mister Nesta che non ha saputo dare risposte precise ad una situazione che effettivamente non può essere solo di natura tattica. È infatti ormai chiaro che i granata si trovino meglio quando possono sviluppare il loro gioco in transizione e non a difesa schierata – una dinamica tattica che è più facile che si verifichi al cospetto di squadre che ti attaccano per prime – ma evidentemente nel gruppo sta iniziando a serpeggiare anche qualcosa di emotivo.

In poche parole è come se, alla lunga, la voglia di regalare ai tifosi una gioia che manca da troppo tempo (ultimo hurrà il 26 dicembre col Catanzaro) stesse alimentando una pressione esagerata nella testa dei giocatori che in casa sbagliano anche occasioni abbastanza semplici e commettono errori tecnici che il più delle volte, in trasferta, non si vedono.

L’impressione è che forse basterebbe togliersi questo King Kong dalle spalle una sola volta per poi (ri)acquistare un po’ di leggerezza che - unita al calore del pubblico - possa dare alla Reggiana le certezze tipiche della propria ‘casa’.