La stalla non può essere rimpicciolita, l’ordinanza resta lettera morta

Allevamento raddoppia capi e spazi, il vicino di casa ricorre alle vie legali, spende una fortuna ma tutto resta come prima

Non trova applicazione un’ordinanza di abbattimento di una stalla presso la Municipalità di Ligonchio, in comune di Ventasso: la causa è l’assenza di un alloggio alternativo per gli animali, che non possono restare liberi a cielo aperto in montagna in ogni stagione. La vertenza è nata tre lustri fa tra uno dei pochi allevatori di bovine che ancora resistono sull’Appennino reggiano e il vicino di casa che, avendo l’azienda assunto dimensioni definite ‘industriali’, per legge, secondo il proprietario dell’abitazione, avrebbe dovuto doveva osservare una distanza maggiore.

Le prime carte bollate risalgono al 2010 quando il proprietario del fabbricato in cui abita con la sua famiglia, aveva denunciato una situazione intollerabile per la vicinanza di questo grande allevamento con oltre 300 capi di bestiame. Pare che inizialmente le mucche da latte fossero 130 e fossero alloggiate in un stalla più piccola, ma in seguito l’attività ha portato ad un forte aumento di animali con allargamento dell’azienda: per cui l’impianto è più che raddoppiato per poter alloggiare tutte le mucche. Pare che una prima ordinanza abbia prescritto all’allevatore di abbattere la parte nuova e di ripristinare la vecchia stalla contenente le 130 mucche iniziali. Ma a questo punto l’allevatore si è trovato di fronte ad un problema: dove mettere le 170 mucche che resterebbero fuori dalla stalla? Al momento sembra non essere in grado di trovare una soluzione per alloggiare tutti i suoi capi di bestiame, quasi tutti mucche da latte che alimentano un caseificio sulla strada di Gatta dove viene prodotto il Parmigiano Reggiano di montagna, formaggio di qualità superiore. La questione è passata dall’ultimo sindaco di Ligonchio ai sindaci dell’Unione Comuni, prima Antonio Manari e adesso Enrico Ferretti, senza che nessuno abbia trovato una soluzione. L’allevatore continua a fare il suo lavoro impiegando diverse persone, oltre ai familiari, anche se l’ultima ordinanza di abbattimento della stalla è del 2021; la famiglia che abita nelle vicinanze intanto aspetta. E intanto, per le vie legali, ha già speso 50/60.000 euro andando per vie legali con ragione, però nulla cambia.

s.b.