Lauro Bonacini:: "Capisco la chiusura"

Lauro Bonacini, esperto del mondo delle discoteche, riflette sul cambiamento del divertimento notturno: oggi le problematiche sociali rendono difficile gestire locali senza un esercito di buttafuori.

"Adesso non aprirei e gestirei una discoteca. Me lo hanno domandato, ma ho risposto: no, grazie. Sarebbe necessario un esercito di buttafuori. Un tempo si cercava il ballo, adesso lo sballo". Parola di Lauro Bonacini, per tanti ruggentissimi anni collaboratore del mitico Sandro Gasparini ed oggi in tandem con suo figlio Andrea nel portare avanti la grande tradizione reggiana del Marabù. Lui - che ha gestito una ventina di locali ed è stato anima di serate incredibili anche in locali come il Matt Black di Gualtieri e il Los Angeles di Bergonzano - si dice molto rammaricato per la vendita del Corallo, ma comprende le difficoltà cui diventa sempre più difficile far fronte. "La classica discoteca era divertimento puro, ci poteva essere qualcuno che faceva casino, che poteva bere un bicchiere in più, ma si poteva gestire - spiega - Non c’erano le problematiche sociali di adesso. In un locale oggi arrivano persone alterate, specialmente i più giovani, che cercano uno sfogo per passare la serata. Non vanno in giro a fare danni, ma cercano un rifugio con la musica alta e il bere che consente di fare il resto… sballarsi. Sono dati di fatto. Noi le feste raramente le allestiamo al chiuso: l’abbiamo fatto all’Italghisa, ma perché c’erano le massime condizioni di sicurezza". E aggiunge: "Al di là dei costi di gestione e di personale, si devono investire cifre incredibili per la security dentro e fuori perché basta un gruppetto che condivide sostanze per rovinare la sala, molestare le ragazze, scatenare violenza…".