FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

"Le partigiane inventate". Bufera su prof di Reggio

Volantini consegnati in una classe di un liceo l’ultimo giorno di scuola. L’insegnante si difende: "Solo una provocazione". Il preside condanna.

"Le partigiane inventate". Bufera su prof di Reggio

"Le partigiane inventate". Bufera su prof di Reggio

"Non ho inteso mettere in discussione la Resistenza o l’Agenda 2030, ma solo invitare i miei studenti di quinta ad avere senso critico e analizzare senza pregiudizi i fatti per capire la realtà. Un messaggio ed un augurio nell’ultimo giorno di scuola per il loro futuro". Si difende così la professoressa di Lettere che martedì ha distribuito delle fotocopie con contenuti "revisionisti e complottisti" ad una classe del liceo Aldo Moro di Reggio Emilia. La vicenda è esplosa con clamore poche ore prima dell’ultima campanella. Il preside Daniele Cenini sta svolgendo i doverosi approfondimenti per accertare quanto accaduto, e condanna "fermamente il contenuto inaccettabile dei volantini". Il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Paolo Bernardi parla di "contenuto aberrante", ma attende "con piena fiducia" la relazione di Cenini per poter valutare qualsiasi tipo di provvedimento disciplinare. Cautela massima, dunque, anche per non turbare la serenità dei ragazzi che si apprestano ad affrontare l’esame di maturità.

La docente, 36 anni di servizio negli Istituti superiori della provincia reggiana e prossima alla pensione, si difende parlando della necessità di insegnare ai giovani a "ragionare con la propria testa". Nel merito, afferma: "Non ho mai messo in discussione la Resistenza; ogni anno spiego il significato del 25 Aprile e del 2 Giugno; accompagno classi ad Auschwitz e Terezin. Il volantino è provocatorio ma non ho mai detto che non esistessero partigiane o staffette. Non venivano ritratte per una questione di genere; dopo la Liberazione, ci si è accorti che bisognava parlare del ruolo delle donne e sono stati realizzati scatti ambigui come quello del volantino. I miei studenti mi conoscono, hanno capito bene il contesto e non hanno battuto ciglio. Idem per le fotocopie sull’Agenda 2030: chi può non dirsi a favore della pace o della lotta alla fame del mondo? Ma oltre gli slogan dobbiamo capire con quali mezzi in concreto questi obiettivi vengono perseguiti".

La fotocopia relativa alla Liberazione riporta l’immagine di tre donne della Resistenza e la scritta: "Partigiane ne abbiamo? No, pare proprio di no, e allora che si fa? Si prendono tre tizie e le si arma per fare la foto. Ma i partigiani, come diceva Albertazzi, di solito si vedono di schiena e queste le vediamo di fronte. La prima ha un fucile forse un po’ troppo lubrificato e perciò ha un fazzoletto o forse un giornale per non sporcarsi il vestito della festa. Quella al centro, non sapendo come impugnarlo, decide di trascinarlo come un ombrello; quella sulla sinistra punta con cipiglio guerresco, peccato che il fucile è rovesciato… Bella foto che conferma una Resistenza nata dopo l’8 settembre 1943 pagata dagli alleati ed inventata come questa foto".