"Lettera delirante". Assolta la consigliera Montanari

Era accusata di rivelazione di segreto d’ufficio per aver ricevuto e consegnato una missiva alla polizia locale.

"Lettera delirante". Assolta la consigliera Montanari

"Lettera delirante". Assolta la consigliera Montanari

Elena Montanari, consigliere comunale del centrodestra di Montecchio e dell’Unione Val d’Enza, è stata assolta "perché il fatto non sussiste" nel processo in cui era accusata di rivelazione di segreto d’ufficio e di omissione di denuncia all’autorità giudiziaria. La sentenza è stata emessa ieri mattina dal giudice Francesca Piergallini (nella foto), all’esito del dibattimento in cui anche la Procura ha domandato un verdetto liberatorio. Secondo l’iniziale ricostruzione accusatoria, nel 2017 Montanari, nelle vesti di consigliere, ricevette una lettera anonima in cui si attribuivano condotte di dubbia legittimità a Tito Fabbiani, allora vicecomandante della polizia locale. Poi Fabbiani è stato processato e condannato in primo grado a 1 anno e 2 mesi per abuso dei mezzi di correzione verso alcuni agenti (reato in cui il tribunale riqualificò l’iniziale imputazione di maltrattamenti), mentre l’ispettore Annalisa Pallai e l’ex comandante Cristina Caggiati sono state assolte. A Montanari si contestava che, anziché portare quel documento alla Procura, lo consegnò alla polizia locale, dove lavorava Fabbiani. Secondo la difesa, affidata agli avvocati Liborio Cataliotti e Costantino Diana, nella lettera si cercava di screditare Fabbiani, ma non emergevano notizie di reato, e comunque Caggiati la inviò alla Procura. "Il contenuto della lettera era diffamatorio verso la polizia locale – ha sostenuto Diana nell’arringa –. Montanari fece il suo dovere in modo scrupoloso. La stessa missiva arrivò a numerosi sindaci, ma lei fu l’unica a segnalarla. L’accusa era di rivelazione di segreto d’ufficio, ma il materiale non era segreto: si trattava, invece, di comunicazioni di contenuto delirante".

Alessandra Codeluppi