Liberazione, fiumi di gente in centro: "Contro ogni rigurgito fascista"

Migliaia di persone in piazza Martiri. Da Fiaccadori (Anpi) a Prodi. Vecchi: "Solidarietà a Scurati" In contemporanea un’altra manifestazione di protesta: fumogeni, cori e fischi contro le autorità.

Liberazione, fiumi di gente in centro: "Contro ogni rigurgito fascista"

Liberazione, fiumi di gente in centro: "Contro ogni rigurgito fascista"

"Con la vostra presenza avete fatto uscire il sole. Un saluto speciale a un nostro concittadino che ha accettato di essere qui con noi, oggi. Grazie Romano. Reggio è la tua città". Il sindaco Luca Vecchi si riferisce all’ex presidente del Consiglio Prodi quando prende la parola dal palco del 25 Aprile in piazza Martiri davanti a un fiume di persone, sullo sfondo dei cori ‘Fuori l’italia dalla guerra. Free Free Palestine’. Un incrocio di cortei nel giorno che celebra la Liberazione dal nazifascismo. Più manifestazioni in piazza, con cori, fumogeni e fischi all’indirizzo di politici e autorità presenti. “Vergogna, vergogna“, hanno gridato sia gli ucraini che i manifestanti pro Palestina. Fischi e proteste sono salite di un tono durante il discorso di Romano Prodi. "Grazie a chi fece quella scelta (riferendosi ai partigiani). A chi scelse di stare dalla parte giusta della storia – sottolinea Vecchi –. Determinando la svolta dopo l’epoca di massacri che hanno segnato il momento peggiore nel Paese, vent’anni di dignità calpestata, di sopraffazione e cancellazione della libertà di stampa. Il ventennio è stato soprattutto razzismo, guerra e morte. Ha colpito, represso, ucciso le migliori intelligenze del Paese". Vecchi tocca uno dei punti che infiammano di più la polemica. "È tanto difficile oggi definirsi antifascisti? Per qualcuno sembra un esercizio complicato. Le democrazie vivono un momento di fragilità e le guerre ora sono alle porte di casa. Abbiamo accolto al Malaguzzi rappresentanti da 160 Paesi, compresi Palestina, Israele e Iran. Noi oggi non possiamo tacere la necessità della fine della guerra in Ucraina. E non possiamo non chiedere il cessate il fuoco a Gaza". Infine, la vicenda dello scrittore: "Esprimiamo la nostra solidarietà ad Antonio Scurati. Qui troverà sempre una città pronta ad accoglierlo". E chiude: "Il prossimo anno non sarò su questo palco, sarò tra il pubblico: ma sul palco ci sarà un sindaco autenticamente antifascista". Dopo i saluti del presidente Anpi Ermete Fiaccadori, che ha ribadito l’importanza del fondamentale seme della democrazia nel nostro Paese, contro i totalitarismi e i nuovi rigurgiti fascisti, al grido di "Viva il 25 Aprile, viva la pace, viva l’Italia e viva la Repubblica", spazio all’ospite Romano Prodi. "Questa piazza è piena di ricordi. La confidenza con questi luoghi mi aiuta a ritrovare la forza per parlare di quanto sta avvenendo. Il 25 aprile è l’inizio di un nuovo corso della nostra storia, che chiude definitivamente il periodo fascista. Chiamiamolo così perché non c’è altra denominazione. Il dibattito sul nome lo trovo surreale".

Una fase buia, che Prodi ricorda così: "Matteotti e don Minzoni non erano delitti di guerra, ma la preparazione di una società portata verso la guerra". Di oggi critica la frammentazione in un "crescente individualismo e il pericolo di una democrazia soffocata a poco a poco, ad esempio privandola di fondi alla sanità". E sulle guerre, "il più autorevole giornale israeliano ha criticato il governo americano perché non ha riconosciuto all’Onu lo Stato palestinese, è una cosa di importanza colossale. Dice che bisogna riconoscere lo Stato palestinese. Se l’avessi sentito ieri, non ci avrei creduto".

Lara Maria Ferrari

Chiara Gabrielli