Lo aspettano fuori da scuola e poi lo pestano: studenti denunciati

Continua ad allungarsi l’elenco dei giovanissimi denunciati per casi di bullismo e violenza, spesso legati agli ambienti scolastici. Giovedì scorso...

Lo aspettano fuori da scuola e poi lo pestano: studenti denunciati

Lo aspettano fuori da scuola e poi lo pestano: studenti denunciati

Continua ad allungarsi l’elenco dei giovanissimi denunciati per casi di bullismo e violenza, spesso legati agli ambienti scolastici. Giovedì scorso i carabinieri di Correggio hanno presentato formale denuncia al Tribunale dei minori di Bologna per tre ragazzini tra i 15 e 16 anni di età, accusati di lesioni personali in concorso.

I fatti risalgono a metà maggio, coinvolgendo studenti del Convitto Corso, come nel caso raccontato nell’articolo qui sopra. Ma l’episodio si è verificato all’esterno dell’istituto, nella zona di corso Mazzini, in centro storico, dove gli aggressori hanno atteso la vittima, di 16 anni. Quest’ultimo pare che avesse preso le difese di un suo compagno deriso dai "bulletti".

Sembrava finita lì. Ma dopo le lezioni il gruppetto di aggressori avrebbe atteso il coetaneo all’uscita, colpendolo con calci e pugni, provocandogli traumi risultati guaribili in una decina di giorni, come risulta dal referto stilato dal medico che si è occupato delle cure sanitarie. I genitori della vittima hanno presentato querela in caserma. Intanto, le indagini, tra raccolta di testimonianze e dati forniti dalla giovane vittima, hanno portato all’identificazione dei tre presunti aggressori, che ora sono stati denunciati al Tribunale dei minori.

Non è il primo caso che si verifica nell’ambito scolastico a Correggio. Sono già diversi i casi, alcuni anche con traumi piuttosto seri, che si sono verificati negli ultimi mesi tra giovanissimi che frequentano le scuole della cittadina reggiana.

"Siamo fortemente impegnati – il commento del sindaco correggese Fabio Testi – nell’azione di contrasto a questi fenomeni. Siamo coordinati con il mondo della scuola, delle associazioni, ovviamente con le forze dell’ordine. Ma occorre soprattutto la collaborazione delle famiglie, indispensabile per fronteggiare questo fenomeno".

a.le.