FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Lo scatto di Davide Cassani: "Turismo e Mediopana, bisogna potenziare la rete dei collegamenti"

L’ex Ct della nazionale di ciclismo è presidente dell’Atp Servizi dell’Emilia Romagna "Reggio è una città vocata alla contemporaneità artistica e culturale, a misura di famiglie" .

Lo scatto di Davide Cassani: "Turismo e Mediopana, bisogna potenziare  la rete dei collegamenti"

Lo scatto di Davide Cassani: "Turismo e Mediopana, bisogna potenziare la rete dei collegamenti"

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Francesca ChillonI

"Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda".

Calvino pensava a città invisibili e fantastiche, ma cosa c’è a Reggio, sotto la corazza di concretezza padana, che possa attrarre turismo? A quali domande del viaggiatore può rispondere?

"Quando l’ho visitata bene in occasione della Gran Fondo 2023, rimasi a bocca aperta: è una città istintivamente vocata alla contemporaneità artistica e culturale, inclusiva ed accessibile, a misura di famiglie. Ci sono eccellenze come la Fondazione Maramotti, scorci stupendi da capitale europea, il complesso delle ex Reggiane e del Centro Malaguzzi, musica ed eventi giovani… Reggio è una città tutta scoprire con un bel centro storico e belle piazze. Intorno, dal Po all’Appennino un territorio straordinario tutto da scoprire e vivere".

Lo afferma Davide Cassani che ha girato e visto il mondo per anni prima come alteta di calibro internazionale dalla sella della sua bici, poi come commentatore e dirigente sportivo. Dopo essere stato Commissario tecnico della nazionale italiana maschile élite di ciclismo su strada, da circa 6 anni è presidente dell’Atp Servizi, l’azienda pubblica che si occupa di promozione turistica in Emilia-Romagna.

Uno sguardo terzo e qualificato il suo, che restituisce ai reggiani anche un’indicazione rispetto agli asset su cui puntare per rendere ancora più attrattiva la realtà locale. Secondo il Comune di Reggio i pernottamenti negli alberghi (desunti dal dato dell’imposta di soggiorno) nel 2023 sono aumentati del 16% rispetto al 2022, passando da 305.888 a 354.683, con un aumento di circa 50mila presenze.

I "concertoni" hanno sicuramente influito sulle cifre. Ma il territorio ne ha beneficiato di questi visitatori mordi-e-fuggi? Si tratta di dati che andranno valutati nel medio periodo, in una città in cerca di una proposta identitaria anche rispetto a quel bisogno sempre più diffuso tra i viaggatori di riscoprire le perle nascoste e la bellezza dei piccoli centri: non solo arte, ma cultura e storia, tipicità e buon vivere.

Cassani, la scorsa settimana lei ha incontrato Federalberghi Reggio e altri operatori del settore. Quali sono le richieste?

"Richieste specifiche non ne sono state avanzate se non di fare affiancamento, comunicazione e promozione di quanto il territorio offre. Ho visto che anche molto interesse per capire come migliorare il turismo sportivo attraverso i Cammini e la rete delle piste ciclabili. Tra gli operatori turistici ho notato che c’è volontà di sviluppare il turismo in provincia insieme, cosa che mi ha fatto piacere: per vincere bisogna fare squadra, da soli non si va da nessuna parte. Così come c’è apertura alle sinergie privato-pubblico per dare risalto ad un risalto a un territorio molto bello, con elementi unici come la Pietra di Bismantova".

Non abbiamo il mare o monumenti storico-artistici di valore planetario come Parma, Mantova e Modena. Quali sono gli asset strategici su cui una media città come Reggio e la sua provincia devono puntare?

"Sicuramente c’è tutto il tema dell’eno-gastronomia che si inserisce nei circuiti della Food Valley. Vi sono poi i castelli e le dimore storiche con eccellenze molto importanti, a partire dal territorio matildico. E poi c’è tutto il tema del turismo slow, legato alla Natura e al buon vivere: l’Appennino e paesi lungo il Po come Gualtieri offrono molto in questo senso".

La Pandemia ha cambiato il modo di viaggiare e visitare?

"Assolutamente sì, il lockdown ha enfatizzato il desiderio di spazi aperti, di attività a contatto con la Natura, di sport en plein air, fino alla sostenibilità del cibo che si mangia e al modo in cui viene fatta accoglienza… L’Appennino diventa una delle mete privilegiate, così come abbiamo registrato un incremento del cicloturismo, anche favorito dallo sviluppo delle ciclovie".

Pensa che la Stazione Mediopadana Av possa dare impulso alle presenze a Reggio?

"È molto importante, ma da sola non basta. Bisogna potenziare la rete del collegamenti tra stazione e territorio tramite bus, bici elettriche, navette e treni locali. La stazione deve essere un hub per andare altrove, comodamente. A pochi chilometri dal centro ci sono il Grande Fiume, le colline matildiche e la montagna…

La presenza della Rcf Arena può essere un volano turistico?

"I grandi concerti attraggono flussi di persone che vanno poi invogliate a visitare anche la città e il territorio. Sono un’opportunità importante, da sfruttare bene".

Quanto incide per una città come Reggio il turismo "Mice - Meeting, incentives, conferences and exhibitions"?

"Non possiamo parlare degli stessi flussi che muovono le fiere di Parma, Bologna e Rimini. Quello di Reggio è più da meeting aziendali o di business legato al territorio, ma la visita può diventare occasione per la città di farsi conoscere – magari nelle eccellenze enogastronomiche – da soggetti comunque dotati di capacità di spesa".

Il centro storico cittadino accusa molti problemi, da quello dell’omologazione dell’offerta commerciale, al calo dell’offerta di qualità, fino a sacche di degrado e insicurezza. Cosa si può fare?

"Un centro per essere attrattivo deve essere molto vivo, anche se la competizione del commercio online ha un po’ penalizzato l’offerta dei vari settori. I centri soffrono tutti di vari problemi, come l’accessibilità. Ma mantenendolo popolato, vivo, organizzando eventi e manifestazioni a carattere locale e non, risulterà più attrattivo e anche il commercio ne trarrà beneficio".

Cosa chiederebbe al futuro sindaco di Reggio?

"Tutti chiedono tanto ad un sindaco, l’importante è che sia capace di valorizzare il suo territorio e renderlo fruibile, lavorando in sinergia e ascoltando gli operatori privati. A Reggio c’è storia, c’è food, ci sono eccellenze".

Che potenzialità hanno l’Appennino ed il suo Parco nazionale?

"Moltissime, e noi sosteniamo le tante iniziative che vengono proposte. Da anni è inserito nel cartellone regionale degli eventi, è nel circuito dei Monasteri Aperti e dei Cammini… Tutte occasioni di valorizzazione di questo meraviglioso territorio all’insegna della vacanza slow. Andrà ancora meglio se si riuscirà a incrementare la ricettività B&b, degli agriturismi e delle iniziative collegate per fare rimanere nel territorio i visitatori".

Quanto può rappresentare localmente il turismo sportivo?

"Reggio non è nella Motor Valley, ma ci sono la Gran Fondo Matildica, quest’anno farà tappa nel reggiano il Giro d’Italia femminile, in Emilia-Romagna – anche e non a Reggio – passerà il Tour de France. La presenza di uno stadio o un palazzetto può essere un volano, ma il successo è legato a quello della squadra… Bene la presenza di centri paralimpici, come quello di Castelnovo Monti. Così come è da potenziare la presenza di chi fa Mtb".

Quanto il turismo rappresenta in termini di Pil in Emilia-Romagna?

"Circa il 7-8%. Ne sono orgoglioso: siamo risusciti a riportare i numeri del 2019, e toccare il livello massimo di accoglienza nonostante prima il Covid e poi l’alluvione dello scorso anno. Parliamo di 62 milioni di presenze e 14,5 di arrivi. Si punta ad arrivare al 30% del Pil entro il 2020".