Maxischermi, tolken e segnaletica: "L’organizzazione va migliorata"

Nei settori giallo, arancione, verde e blu i fan hanno visto la band in lontananza

Maxischermi, tolken e segnaletica: "L’organizzazione va migliorata"

Maxischermi, tolken e segnaletica: "L’organizzazione va migliorata"

Che l’organizzazione di uno dei concerti più attesi e caldi dell’anno abbia ancora ampi margini di miglioramento, si era già intuito nella notte tra venerdì e sabato.

Intorno alla Rfc Arena, chiusa al traffico con transenne e posti di blocco della Polizia locale, chi proveniva o faceva ritorno nei comuni limitrofi, tra cui Campegine, Correggio, Casalgrande e Bibbiano, è stato sballottato per ore da una rotatoria all’altra per l’assenza della segnaletica stradale temporanea.

"E’ sempre così e le lamentele ricadono principalmente su di noi", il commento di un addetto al traffico, tempestato di critiche.

Sabato, giorno del concerto della band australiana "se non fosse stato per la strepitosa performance degli AC/DC, che è valsa il prezzo del biglietto – uno dei commenti più frequenti – saremmo in molti a richiedere il rimborso".

Oggetto delle proteste di parte degli oltre centomila spettatori, innanzitutto "l’assenza di maxischermi tra un settore e l’altro", escluso la "red zone" a ridosso del palco.

"In quelle gialla, arancione, verde e blu – è stato sottolineato prima, durante e dopo il concerto – ci aspettavamo che ce ne fosse almeno uno per settore".

I punti di distribuzione della birra, la bevanda più consumata, a detta di molti fa potevano essere posizionati meglio.

Altro problema, le difficoltà incontrare da parte di chi non è riuscito a riscattare i token, i gettoni utilizzati nei concerti per pagare cibo e bevande.

La ressa nelle tensostrutture per il ristoro "è proseguita per ore dopo il concerto: meglio sarebbe stato predisporre delle corsie in entrata e in uscita", così che tanti hanno pagato anticipatamente i gettoni senza poi riuscire a consumare.

Insomma, AC/DC promossi. L’organizzazione, pur nella complessità della gestione di un evento dai grandi numeri, può fare meglio.

Stefano Guidoni