Morte di Elena Russo La Procura chiede di archiviare tutto Ma il giudice si oppone

La 20enne perse la vita mentre lavorava come fattorina delle pizze. Per il pm è stato un fatale incidente, ma il gip ordina una perizia tecnica. "Si verifichi se venne fatta manutenzione all’auto con cui si è schiantata".

Morte di Elena Russo  La Procura chiede  di archiviare tutto  Ma il giudice si oppone

Morte di Elena Russo La Procura chiede di archiviare tutto Ma il giudice si oppone

di Alessandra Codeluppi

Lei, Elena Russo, 20 anni, e la sua vita densa di sogni e di impegno per gli altri, svanirono in un attimo sulla strada. Ma dietro l’impatto fatale, dovuta a una manovra in solitaria, si sta verificando se vi siano responsabilità di terzi. Non di altri conducenti – la cui presenza non è emersa – ma, eventualmente, dei due legali rappresentanti della pizzeria che diedero alla giovane la macchina e che risultano indagati: si vuole infatti acclarare se l’incidente sia stato causato dall’insufficiente manutenzione del mezzo di lavoro.

Elena lavorava sodo per il proprio futuro e trovava tempo anche per il prossimo. Studentessa universitaria di Giurisprudenza, si manteneva consegnando pizze, con l’obiettivo di diventare avvocato. Non solo: faceva volontariato per la Croce Rossa, dove guidava le ambulanze. La tragedia avvenne il 30 gennaio 2022, dopo le 20, quando la giovane, alla guida della Fiat Punto della pizzeria, si schiantò dopo aver fatto consegne a domicilio. Da San Bartolomeo stava percorrendo via Tirabassi verso Castelbaldo: poco prima di San Rigo la macchina centrò un palò e si rovesciò. La polizia locale curò il sopralluogo; poi il pubblico ministero Laura Galli iscrisse nel registro degli indagati i due legali rappresentanti della pizzeria: è stato ipotizzato il reato di omicidio colposo, legato alla violazione delle norme di sicurezza sul lavoro.

Nel settembre 2022 la Procura chiese per loro l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato, ritenendo che gli elementi raccolti non permettessero di formulare una ragionevole previsione di condanna. I genitori della ragazza, attraverso gli avvocati Giulio Cesare Bonazzi e Simona Magnani, si sono opposti, alla luce dell’esito di una consulenza da loro commissionata. Il giudice per le indagini preliminari Andrea Rat ha rigettato l’archiviazione e restituito gli atti alla Procura, perché promuovesse accertamenti tecnici. Il pm ha chiesto di farli nel contraddittorio delle parti, nella forma dell’incidente probatorio, ammesso dal giudice che ha nominato come consulente tecnico d’ufficio Silvano Simoncini.

Secondo la relazione stilata da Davide Manfredi, esperto incaricato dalla Procura, la giovane avrebbe tenuto una velocità elevata, intorno ai 140 chilometri orari, e non sarebbero emerse carenze della macchina: da qui la domanda di archiviazione. In base all’elaborato dell’ingegner Santo Cavallo, incaricato dalla famiglia della 20enne, il buio e le condizioni della strada non avrebbero invece permesso di raggiungere quella velocità. Lui ha rilevato presunte carenze nella Punto. A suo parere, gli pneumatici avrebbero causato lo slittamento dell’auto: sarebbero stati molto usurati e di differenti marche; uno tra questi, datato 2013, più vecchio della macchina stessa. Il forno elettrico per scaldare le pizze, installato sull’auto e del peso di 50 chili, non sarebbe stato ben fissato. E sarebbe emerso un malfunzionamento del servosterzo.

La difesa, affidata all’avvocato Nino Giordano Ruffini, ha nominato a propria volta un consulente tecnico e indicato come responsabile civile la compagnia assicurativa, che ha incaricato l’esperto Davide Tavon. Ora Simoncini avrà tempo sino alla fine di settembre per stilare la relazione, che illustrerà in tribunale in ottobre. In attesa che la giustizia faccia il proprio corso, i genitori Annamaria e Francesco hanno potuto assistere a un tributo pubblico alla figlia: in febbraio un’aula dell’Unimore è stata intitolata a Elena, indicata dal direttore del dipartimento di giurisprudenza Elio Tavilla come studentessa-modello.