Nasce il ’Biodistretto reggiano Aps’ Unione di agricoltori e associazioni

Fondato dieci giorni fa, ha lo scopo di difendere e valorizzare un ecosistema "definito clinicamente morto"

Nasce il ’Biodistretto reggiano Aps’  Unione di agricoltori e associazioni

Nasce il ’Biodistretto reggiano Aps’ Unione di agricoltori e associazioni

"Oggi si celebra la nascita ufficiale di un’alleanza trasparente e reale tra aziende agricole e biodinamiche disseminate nei 42 comuni della Provincia reggiana, capace di estendersi e creare sinergie con scuole, ristoranti, privati cittadini, associazioni, operatori turistici e pubbliche amministrazioni. Ma si tratta solo del primo passo di un progetto ben più articolato".

Con queste solenni parole dichiara ufficialmente la sua nascita il ’Distretto biologico reggiano’, costituito lunedì scorso, 15 maggio 2023. Alla chiamata hanno risposto in tanti: "Accanto ad Enea Burani, socio fondatore della cooperativa La Collina e ora presidente del Biodistretto Aps, e Isabella Valcavi dell’azienda agricola ’La fattoria di Sara’ eletta come vicepresidente, quasi una trentina di aziende agricole biologiche eo biodinamiche, dalla montagna alla bassa. Aderiscono anche l’Associazione medici per l’ambiente (’Isde’), ’Slow food Re’, la comunità ’Laudato sì’ di Novellara, il Gruppo di acquisto solidale (’Gas’) le G.i.a.r.e. L’iniziativa è stata anche sostenuta fortemente dalle amministrazioni comunali, in prima linea quella di Reggio con l’approvazione maggioritaria in consiglio comunale della ’Mozione di promozione e adesione al Biodistretto’, nel gennaio 2022".

La ragione e gli scopi del progetto sono espliciti: "Di fronte ai danni inflitti alla Pianura padana non è possibile continuare a rimanere inerti. Il Biodistretto nasce per rifondare un terreno gravemente deteriorato partendo dal valore dell’agricoltura biologica, rigenerativa e biodinamica reggiana, per restituire alla terra ciò che le è stato tolto per decenni. Un obiettivo urgente per dare avvio ad un circolo virtuoso capace di trasformare una delle aree più inquinate al mondo in un luogo di speranza e di rinascita economica, sociale, ambientale e culturale. Il cibo, cruciale per la vita e l’identità reggiana, non può che essere l’elemento trainante per assicurare questa transizione ecologica, alimentando una rete di attori consapevoli e solidali tra loro".

I membri del biodistretto agiranno ciascuno nel proprio campo: "Aziende agricole che sfidano la burocrazia per rivitalizzare un suolo fortemente compromesso; ristoranti che promuovono un’alimentazione biologica, sostenendo direttamente i piccoli produttori locali; scuole che educano all’agroecologia e spingono per avere nelle mense cibo buono, sano e giusto; amministrazioni e associazioni che sostengono un’agricoltura di qualità e cura, favorendo i processi di preparazione e commercializzazione biologici e rigenerativi". Già nella primavera del 2021 Slow Food e Laudato sì avevano collaborato per mappare il territorio e creare una rete di sostegno reciproco. Proprio in queste settimane l’agricoltura biologica è al centro del dibattito normativo in Regione, dove l’assemblea legislativa sta approvando il progetto di legge ’Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valotizzazione dei biodistretti’, su iniziativa della consigliera di ’Europa verde’ Silvia Zamboni. Un progetto simile è già attivo nelle alti valli del Parmense, mentre altri a giorni nascerà nel Territorio provinciale di Bologna e a giugno in quello di Piacenza. Il Biodistretto reggiano si dice pronto a "invertire le sorti di una terra clinicamente morta e valorizzare pratiche virtuose".