NOI REGGIANI

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NOI REGGIANI

Che la nostra società voglia intraprenderà la nuova strada per salvare il pianeta è certo. Quando però tutti ne parlano nessuno fa niente, anzi peggioriamo le cose. "Il solito pessimista – mi dicono – non vedi? Tutti stanno facendo qualcosa, il 110, la ristrutturazione degli immobili...". Pochi controlli e molti guadagni ed è iniziato perché tutto gratis per i proprietari delle case. O quasi, visto che sulla qualità del materiale impiegato chi controlla spesso è pagato da chi esegue i lavori o li appalta. Poi tutti i politici e i sindaci dichiarano che il suolo non sarà più “cementificato”, anzi consumo zero, ma la cartina al tornasole là si vede prendendo l’A1 per Bologna o per Milano da Reggio. Da un anno all’altro siamo passati da un paesaggio agricolo, foraggio, frutteti, ad una paesaggio industriale, terreni agricoli acquistati da industrie italiane e straniere per costruire nuovi capannoni e nelle periferie dei nostri paesi centinaia di capannoni chiusi costruiti negli ultimi decenni del ’900 e intere aree industriali abbandonate. Bloccare il consumo di suolo pubblico dovrebbe partire dalla riqualificazione di aree industriali già esistenti e solo lì si dovrebbero costruire nuovi capannoni.

Enrico Reverberi