Orfani di femminicidio "Uccise mia sorella, non ci ha mai risarciti Ora siamo sul lastrico"

Stefano Casolari contro il cognato che ha scontato 18 anni per il delitto "Per non far mancare nulla ai suoi figli io e i miei abbiamo speso tutto".

Orfani di femminicidio  "Uccise mia sorella,  non ci ha mai risarciti  Ora siamo sul lastrico"

Orfani di femminicidio "Uccise mia sorella, non ci ha mai risarciti Ora siamo sul lastrico"

di Valentina Reggiani

Era il 15 maggio del 2006 quando Luca Zambelli, idraulico di Sassuolo, ammazzò con 28 coltellate la moglie e mamma dei suoi due bambini, Stefania Casolari, 36 anni, originaria di Salvaterra nel suo appartamento di via Leopardi, a Sassuolo. Nel frattempo l’uxoricida, condannato in primo grado a 20 anni, (pena ridotta a 18 in appello), era finito alla ribalta delle cronache, sposando in cella Francesca Brandoli, condannata all’ergastolo per l’omicidio del marito, a Reggiolo e un anno e mezzo fa circa è uscito dalla cella, tornando alla sua vita ‘normale’ a Sassuolo.

Eppure Zambelli non ha mai versato un euro alla famiglia della vittima, ovvero alla donna che ha ammazzato senza pietà e neppure ai suoi due figli che si sono trovati a crescere senza una mamma. A denunciare la situazione è il fratello della vittima, Stefano Casolari, padre di due figli. L’uomo, autotrasportatore ed ex poliziotto di Salvaterra, denuncia una situazione che ha dell’incredibile. Non solo non vi è mai stato un risarcimento da parte di Zambelli, ma ora rischia di finire sul lastrico poiché la banca con la quale aveva contratto un debito, chiedendo un prestito, ha venduto il credito ad una finanziaria che ora chiede l’immediato rientro del debito: pena il pignoramento della casa di Prignano dove vive con i figli della vittima.

"Dall’omicidio di mia sorella i miei genitori hanno speso tutti i propri risparmi per riuscire a crescere i figli di Stefania, i loro amati nipoti che oggi hanno 28 e 32 anni. Quando hanno finito i risparmi, mi sono occupato io di loro e così dei miei genitori ma anche io ho due figli ed oggi ci troviamo sul lastrico. Perché non vanno a prendere i soldi da quello che ha ammazzato mia sorella?" tuona Stefano, che non nasconde la sua disperazione. "Stefania era una sorella, una madre, una figlia eppure quando ce l’hanno ammazzata nessuno si è più interessato di nulla: il risarcimento danni imposto dal tribunale di Modena non si è mai visto e intanto lui, il killer, si è risposato e va in giro con una bella macchina’.

La sentenza prevedeva che Zambelli versasse una provvisionale di 100mila euro ai figli e 50 ai genitori della vittima (oltre alle spese legali) eppure l’uomo non avrebbe mai versato un euro. Era stato firmato anche un accordo da parte dei genitori dell’assassino: avrebbero dovuto versare i soldi ai due nipoti ma anche in questo caso le somme non sarebbero mai state versate, nonostante l’atto di precetto. "Se mia sorella non fosse stata ammazzata mio padre i soldi li aveva da parte – afferma ancora il fratello della vittima - non ho mai potuto disperarmi, sono sempre stato il bastone di casa e c’erano due ragazzi da crescere che avevano già subito abbastanza. Vorrei soltanto una banca disponibile a farmi un mutuo che mi permettesse di non perdere la casa: me ne sono privato per darla ai miei nipoti. Questa situazione ha fatto morire anche mia madre di crepacuore. Mettono sulla strada una famiglia che ha subito un danno così grosso? Siamo arrivati a questo punto in Italia?".

L’avvocato che assiste Casolari, Francesco Carrozzo, spiega come dopo l’assassinio della giovane mamma, che tirava le fila contabili dell’azienda di trasporto della famiglia, tutto sia precipitato. "La priorità è sempre stata quella di aiutare i figli della vittima, oggi maggiorenni, e garantirgli un futuro. Oggi Stefano Casolari vive una situazione drammatica poiché il signor Zambelli non ha mai dato un solo euro per il mantenimento dei propri figli e neppure ha mai adempiuto al pagamento del risarcimento dei danni provocati con l’assassinio di Stefania Casolari"