Ospedali, servizi da potenziare: "Ma chiedetevi con quale personale"

Manicardi: "Le professioni medica e infermieristica hanno perso attrattività, andiamo a vedere perché"

Valeria Manicardi, che è stata per 16 anni direttore della Medicina dell’ospedale di Montecchio, dopo aver lavorato in precedenza 18 anni all’ospedale di Guastalla e 6 all’ospedale di Correggio, conosce bene la situazione degli ospedali e interviene sul tema dopo le tante reazioni seguite alla morte di Kaur Kulwinder, mamma di 40 anni incinta di due mesi deceduta davanti l’ospedale di Montecchio, chiuso di notte dal 2020. "Sapremo dall’autopsia quando e di cosa è morta la paziente, ma è molto verosimile che sia stato un evento cardiaco fatale" e che comunque "non sarebbe stata ’salvata’ da un Pronto soccorso aperto (ma senza emodinamica e senza necessariamente un cardiologo presente)". È anche partita una raccolta firme che ha visto un boom di adesioni, proprio per chiedere la riapertura notturna del Pronto soccorso. Ma Manicardi fa notare: "Nessuno si chiede con quali medici e con quali infermieri si vogliono riaprire questi servizi! E questa è la domanda più importante: oggi la carenza di medici in tutte le branche specialistiche è una realtà cruciale (e non da oggi), ma anche la carenza di infermieri è sempre più critica. Anche le polemiche strumentali dei 5S su quanti Ps si potrebbero aprire con i milioni spesi per le armi : con quale risultato? Costruiamo cattedrali nel deserto senza personale? Formare un medico specialista oggi richiede 11 anni di studio e un infermiere almeno 3. Ma perché non ci poniamo (e proviamo a rispondere) la domandaprincipale: perché la professione medica e anche quella infermieristica hanno perso attrattività? Stipendi inadeguati rispetto ai carichi di lavoro e alle grandi responsabilità? Richiesta di straordinari per far fronte alle liste d’attesa (non pagati per quanto riguarda i medici)? Oggi più della metà dei medici è donna e molto di più tra il personale infermieristico: la necessità di conciliare lavoro e famiglia spinge più spesso le donne a cercare un lavoro sul territorio (più che in ospedale), libero da turni notturni e festivi". Dopo la pandemia, "si è assistito a una uscita dal Ssn di molti medici, andati in burn out durante quei due anni terribili: licenziamenti senza aver raggiunto l’età della pensione per spostarsi nel privato, dove vivere meglio la propria attività specialistica e guadagnare di più". "Sarebbe indispensabile affrontare un dibattito serio e un confronto su questo tema – l’invito di Manicardi – anche in questa fase pre-elettorale che mette seriamente a rischio l’assistenza del Ssn. A chi in campagna elettorale prometterà ampliamenti dei servizi sanitari andrà rivolta questa sola domanda: dove pensate di trovare i medici e gli infermieri?"