"Mio padre mi buttò via le scarpette, non voleva giocassi a calcio...". "Quante battutine ho ricevuto dai miei compagni di scuola perché facevo il ballerino...". Sono solo due dei tanti aneddoti di discriminazione raccontati da Alice Pignagnoli (calciatrice reggiana e oggi portiere del Ravenna), e Michele Merola (direttore artistico e coreografo della MM Contemporary Dance Company, danzatore cresciuto nella scuola di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu) venerdì sera nel bell’incontro promosso da Uisp Reggio al Centro Permanente Danza. L’interessante dialogo – moderato da Federica Imbrogli – era incentrato sui pregiudizi di genere per combattere il solito retrogrado cliché ’sport da maschi e sport da femmine’. Alice, autrice del libro ’Volevo solo fare la calciatrice’ (che presto diventerà un film) e nota per la sua battaglia dopo essere stata licenziata perché incinta, riuscendo a cambiare le regole, insieme a Merola, ha dispensato consigli e dato coraggio a una platea colma di giovani, invitandoli con coraggio a seguire la propria passione. "Lo sport è in grado di rompere le barriere", ha detto Merola. Tanti gli interventi dal pubblico, tra cui anche quello della calciatrice Camilla Benozzo, ma anche dell’assessora alla cultura Marwa Mahmoud, del presidente di Uisp Azio Minardi e della direttrice Annamaria Crisalli, Cristina Mattagliano (presidente di Progetto Danza), ma anche tanti ragazzi tra cui Chiron Mahesu, insegnante di parkour con la società Eta Move. Tutti concordi nell’affermare – come recita anche lo slogan della Uisp – che "lo sport deve essere per tutti".
Cronaca"Papà mi buttò via le scarpette..."