LARA MARIA FERRARI
Cronaca

Peste suina, l’allarme di Coldiretti: "Vanno abbattuti subito i cinghiali"

Rischio contagio, "in ballo centomila posti di lavoro". Firme per indicare l’origine di tutti gli alimenti

Peste suina, l’allarme di Coldiretti: "Vanno abbattuti subito i cinghiali"

Peste suina, l’allarme di Coldiretti: "Vanno abbattuti subito i cinghiali"

"Dobbiamo muoverci con rapidità nell’abbattimento e nel controllo della fauna selvatica. A rischio c’è un indotto da 20 miliardi tra produzione e trasformazione, oltre a 100mila posti di lavoro, non solo nelle aziende agricole ma anche impegnati nella trasformazione, con la macellazione dei prodotti di origine suina, dal prosciutto di Parma alle varie Dop che fanno la storia dell’Italia nel mondo".

Lo ha detto il presidente Matteo Franceschini all’assemblea provinciale di Coldiretti, convocata ieri al centro Malaguzzi per celebrare gli 80 anni dell’associazione, nell’ambito della mobilitazione nazionale. La protezione del territorio dall’invasione della fauna selvatica è uno dei punti in agenda e più critici anche in provincia di Reggio, "poiché incide gravemente sugli allevamenti suini. - spiega Franceschini - I cinghiali, unici vettori, trasmettono la peste suina africana, e possiamo fermarla solo attraverso l’abbattimento di questi ungulati".

Il meeting è valso inoltre per lanciare la raccolta firme "per una iniziativa di legge popolare europea, che ha l’obiettivo di raccogliere 1 milione di firme nell’ambito di sette Paesi europei per ottenere l’indicazione obbligatoria per tutti i prodotti di origine alimentare, a livello comunitario. - dichiara Alessandro Corchia, direttore provinciale Coldiretti - L’Italia è all’avanguardia, ma per ottenere questo livello di trasparenza occorre che gli altri Paesi si adeguino alla normativa".

Il lancio della raccolta firme mira a fermare il falso Made in Italy, ovvero i soci chiedono che soltanto il lavorato e prodotto in Italia sia firmato Made in Italy, "e non che l’ultimo passaggio di lavorazione determini la sua trasformazione in falso Made in Italy. - specifica Franceschini – come invece è sempre accaduto finora".