"Primarie? Ci avrebbero indebolito. Non hanno deciso i ‘big’, ma la città"

Il segretario provinciale del Pd, Massimo Gazza, ha presentato Marco Massari come candidato per un'alternativa alla destra di Governo. Massari è stato scelto dopo una riflessione all'interno del partito e ha ottenuto l'approvazione unanime dell'assemblea cittadina. Non si sono fatte primarie per evitare fratture e indebolimenti.

"Primarie? Ci avrebbero indebolito. Non hanno deciso i ‘big’, ma la città"

"Primarie? Ci avrebbero indebolito. Non hanno deciso i ‘big’, ma la città"

"È un giorno importante che chiude un percorso iniziato a giugno. Da qui vogliamo lanciare un laboratorio politico per un’alternativa alla destra di Governo, con una larga coalizione, plurale, inclusiva, progressista e riformista". Il segretario provinciale Pd Massimo Gazza ha aperto così la presentazione di Massari (insieme in foto), con un pensiero anche per Lanfranco de Franco per il suo passo indietro. "Lo ringrazio per la maturità, l’etica e il senso di responsabilità dimostrato".

Gazza, quando e come è emersa l’ipotesi di Massari?

"A fine settembre, quando all’interno del partito è nata una riflessione attingendo al mondo delle professioni. Marco era l’unico profilo civico che si identifica nella storia sociale di sinistra della città nonché protagonista di un bene pubblico prezioso come la sanità".

Quindi è stato scelto dalla dirigenza?

"No. Non è il candidato dei ‘big’, ma di una parte importante di città. Ed è emerso nel percorso delle consultazioni".

Ossia tra i famosi ‘14’ nomi. Numero non ’tondo’, sembra quasi che abbiate voluto includerlo a tutti i costi nella graduatoria e si dice che fosse l’ultimo come preferenze...

"Massari non è un candidato mascherato o un gioco di prestigio. Ha un forte radicamento e lo dimostra il fatto che l’assemblea cittadina Pd lo abbia approvato all’unanimità".

Concluso il ciclo Vecchi perché non fare le primarie come il sindaco uscente stesso ha affrontato dieci anni fa?

"Dal punto di vista politica abbiamo cercato di privilegiare l’unanimità che è stata trovata, senza rischiare fratture. Riteniamo che le primarie avrebbero potuto indebolirci. Dieci anni fa il contesto era diverso e in quasi tutte le città andammo alle primarie. In regione oggi, si faranno solo in tre comuni su 440 al voto. Un motivo ci sarà..."

dan. p.