ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Processo appalti pilotati in Comune. Coli: "Nessuno mi diede indicazioni"

Interrogato l’avvocato e consulente esterno, incaricato di redigere il maxibando per i servizi della mobilità "Non sapevo nulla dell’aggiudicazione. Gnoni disse che c’erano vizi di legittimità, non ero d’accordo".

Processo appalti pilotati in Comune. Coli: "Nessuno mi diede indicazioni"

Processo appalti pilotati in Comune. Coli: "Nessuno mi diede indicazioni"

Gli imbarazzi sul maxibando di gara indetto dal Comune nel 2016 per appaltare i servizi della mobilità, in passato al centro di esposti all’Anac e ora del processo sui presunti appalti pilotati. Davanti alla Corte dei giudici è emerso anche questo dalla deposizione dell’avvocato Paolo Coli: lui, difeso dall’avvocato Giuseppe Benassi, è imputato come consulente esterno del Comune che redasse il bando. Sull’aggiudicazione al Consorzio Tea, secondo la Procura illecita, l’avvocato nega di aver mai saputo nulla. Il pm Valentina Salvi ricorda un’intercettazione tra Santo Gnoni, ex dirigente dell’Ufficio legale del Comune, e una donna: "Lo so che Paolo ha scritto quello che gli ha detto di scrivere". Coli ribatte: "Nessuno mi ha dato indicazioni specifiche per redigere un bando non coerente con le norme e a favore di qualcuno. E rivendico anche in questa sede che quel bando è assolutamente privo di illegittimità".

Il pm introduce il tema delle discussioni sulla sua regolarità tra gli addetti ai lavori: "C’era fermento dietro il bando". Lui dice "fermento intellettuale". Ma Salvi ribatte: "Intellettuale? Si parlava di Procura, ci sono intercettazioni...". Coli spiega meglio: "Dopo la presentazione di un esposto di Apcoa all’Anac, che lo inviò al Comune, ci furono numerose riunioni. Qualcuno temeva che si ripetesse quanto accadde nel 2011, quando Anac censurò un appalto. Per me si poteva continuare la procedura com’era iniziata, altri avanzavano dubbi".

Salvi lo interroga poi sull’incontro in cui Gnoni parlò di fare intervenire sindaco ed ex sindaco ministro, cioè Luca Vecchi e Graziano Delrio. "Non ho mai ipotizzato necessario un intervento di quel genere" risponde lui. A seguito dell’esposto, "si decise di sospendere l’apertura delle buste; dopo un paio di mesi Anac, ricevute le controdeduzioni del Comune, non fece nulla, quindi la procedura andò avanti".

"Il 19 settembre – rimarca Salvi – Gnoni comunicò che il sindaco aveva deciso di sospendere. Le disse che il bando sarebbe stato stoppato per due mesi per poi riprenderlo subito dopo, ‘per avere un minimo di decoro’". Coli si difende così: "Gnoni riteneva ci fossero vizi di legittimità, cosa che io non condividevo e che gli dissi più volte". Salvi incalza: "Sa qual e stata la giustificazione ufficiale alla comunità per spiegare perché non venivano aperte le buste?". Lui dice di non ricordare.

Coli è stato sentito anche sul presunto bando confezionato per confermare i due avvocati Matteo Fortelli e Roberta Ugolotti, che già lavoravano per l’ufficio legale. Lui parla di un favore che gli era stato chiesto a titolo gratuito, cioè "valutare un testo predisposto e dargli la veste tecnicamemte migliore". Il pm insiste: "Gnoni, intercettato, dice che lei doveva fare un bando per loro due". Coli risponde: "Non potevo sapere se avessero volontà di partecipare".

Dopo di lui parola a Luigi Severi, difeso dagli avvocati Domenicp Noris Bucchi e Luigi Scarcella, che si è difeso respingendo le accuse sulle questioni legate all’affidamento del brokeraggio assicurativo al Comune; secondo la Procura a Gnoni fu rinnovata gratuitamente la polizza per la casa, con risparmio di 5mila euro. Al pm Giulia Stignani, Severi ha argomentato che il mancato pagamento delle assicurazioni non ha nulla a che vedere con le questioni del processo.