"Pronto soccorso chiuso alle 20: vergogna"

Il racconto dell’avvocato Borghi: "Ha gli orari di un ufficio postale, non è accettabile che si sia costretti ad andare fino a Reggio o a Parma"

"Pronto soccorso chiuso alle 20: vergogna"

"Pronto soccorso chiuso alle 20: vergogna"

L’ospedale di Montecchio è ancora sotto pressione. Già qualche mese fa il Franchini ha perso il servizio di automedica, trasferita a Traversetolo, e inoltre già da diverso tempo il pronto soccorso chiude alle 20 per riaprire la mattina alle 8. Per non parlare dei servizi di chirurgia e ortopedia: a Montecchio vengono svolti solo i piccoli interventi. Ora, un cittadino racconta la sua disavventura e coglie l’occasione per lanciare un appello: c’è bisogno di un servizio completo e continuativo.

"In questi giorni – scrive Filippo Borghi, avvocato di Montecchio –, tra pesanti influenze e casi di positività al Covid che hanno colpito molte famiglie, mi sono dovuto recare d’urgenza al pronto soccorso della mia città, Montecchio, trovandolo ahimè chiuso; sì, perché erano già passate le 20 e il pronto soccorso, come fosse un ufficio postale, osserva l’orario 8-20. Mi sono pertanto dovuto recare fino a Reggio con non poca difficoltà, visto il traffico intenso. Per fortuna nulla di grave, ma trovo veramente vergognoso che in una città come Montecchio, polo della Val d’Enza che vanta un rinomato e prestigioso ospedale, il pronto soccorso non fornisca il servizio notturno – incalza l’avvocato Borghi –. Pensiamo a un soggetto con un caso molto più grave del mio, magari che necessiti di cure salva vita, non è accettabile che si debba recare fino a Reggio o a Parma". Borghi accenna anche al degrado che c’è davanti all’ingresso, "foglie, mascherine usate e cartacce" per tornare poi a mettere l’accento sulla questione principale.

"Ritengo che il pronto soccorso debba fornire un servizio completo e continuativo poiché funzionale non solo a Montecchio, ma all’intera Val d’Enza. Se a ciò si aggiunge che Montecchio non ha più l’auto medica, riservata a Traversetolo – conclude Borghi – è palese come l’interesse a tener vivo e curare quello che, nonostante tutto, considero il fiore all’occhiello del nostro paese stia grandemente scemando. Spero vivamente che tutto ciò possa migliorare perché non possiamo permetterci di perdere un servizio primario destinato a tutta la Val d’Enza".

Nel progetto di riorganizzazione della sanità reggiana, c’era l’opzione Cau anche per il nosocomio montecchiese, ma per il momento non viene attivata, ora è in funzione nelle ore notturne il servizio di guardia medica. Attualmente sono aperti i Cau (Centro assistenza e urgenza), che nella pratica fungono da pronto soccorso, di Reggio e Correggio, fra qualche mese sarà aperto quello di Scandiano. Per Montecchio si vedrà.

Nina Reverberi