FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Referendum Jobs Act. Il Pd si divide sul tema. Massari: "Io firmerò, ma rispetto Italia Viva"

La petizione nazionale lanciata dalla Cgil per rivedere la riforma del lavoro rischia di minare gli equilibri della coalizione di centrosinistra a Reggio sostenuta anche dal partito di Renzi che è il ’padre’ del decreto legge .

Referendum Jobs Act. Il Pd si divide sul tema. Massari: "Io firmerò, ma rispetto Italia Viva"

Referendum Jobs Act. Il Pd si divide sul tema. Massari: "Io firmerò, ma rispetto Italia Viva"

Il nodo Jobs Act anima il centrosinistra. Mentre la Cgil fa decollare anche nelle aziende la campagna di raccolta firme per quattro quesiti referendari – lanciata dal segretario generale Maurizio Landini il 25 aprile a Casa Cervi – gli esponenti del Pd reggiano discutono se aderire o meno. Tra i "big" che aderiranno anche il candidato a sindaco Marco Massari, l’onorevole Ilenia Malavasi e l’ex segretaria provinciale dem Gigliola Venturini. La leader nazionale Elly Schlein sottoscrive la proposta del sindacato che intende smantellare l’impianto della riforma varata dal governo Renzi tra il 2014 e il 2016, mentre il presidente Stefano Bonaccini precisa che bisogna evitare "di schiacciare il dibattito su una iniziativa referendaria – legittima, ci mancherebbe – della Cgil… Il partito non si schiera su autonome iniziative di altri, su cui ciascuno è libero di firmare o meno sugli specifici punti, ma si unisce sulle nostre battaglie… a partire dal salario minimo".

Ora Massari afferma di aver intenzione di firmare "nonostante mi renda conto di quanto all’interno della coalizione che mi sostiene vi siano posizioni diverse su questo tema, posizioni che rispetto e ovviamente hanno e avranno voce", riferendosi all’appoggio di cui gode nella coalizione a campo larghissimo di Italia Viva, il partito di Renzi padre del decreto, Quanto al Jobs Act, continua Massari, "ritengo che in generale si tratti di una legge che ha avuto riflessi positivi sul sistema del lavoro in Italia, soprattutto in termini di riduzione della precarietà. Si tratta però di una norma migliorabile nello specifico dei licenziamenti. Senza cancellare i contenuti che hanno riflessi positivi, occorre ripristinare alcune tutele la cui modifica ha generato inutili fratture". Il candidato ritiene "importante che la tutela dei lavoratori, in termini di sicurezza, di retribuzioni adeguate, di diritti abbia una priorità nella nostra attività amministrativa e nel nostro programma… Firmerò ma con queste premesse".

Molto chiaro il segretario provinciale Massimo Gazza: "Il Pd su un tema così centrale e delicato deve avviare una riflessione collettiva: il mondo del lavoro per noi è centrale e la nostra attenzione deve essere massima. Il dialogo con forze sindacali è decisivo nell’essere democratici" . Chi a Reggio ha già raccolto l’invito della Cgil è l’assessore Lanfranco De Franco, che ha firmato il 1° Maggio: "Il lavoro è un diritto costituzionale: dev’essere stabile, tutelato, sicuro e dignitoso. È positivo che vengano avanzate queste proposte, fondamentali per contrastare la precarietà del lavoro: dobbiamo parlarne di più, alimentare il confronto pubblico in tutte le sedi possibili. La disciplina dei licenziamenti prevista dal Jobs Act era sbagliata ed è stata progressivamente invalidata dalle sentenze della Corte costituzionale… Rispetto ai contratti a termine, sono opportune misure che vadano nella direzione di regolamentarli per ricondurli a un ruolo riferito alle esigenze temporanee… Il quarto quesito rafforza le responsabilità dei committenti degli appalti. Su questo il Pd sarà in campo con proposte rafforzative dell’azione referendaria come quella di impedire appalti che siano un’interposizione mascherata di manodopera, che oggi porta il caporalato".

"Firmerò perché penso che sia importante dare in ogni modo la possibilità alla gente di poter esprimere la propria opinione, specialmente su temi così importanti", così Emanuele Cavallaro, sindaco di Rubiera e membro della segreteria e coordinatore provinciale dell’Anci, spiega il suo sostegno. Non ha ancora deciso il da farsi il consigliere regionale Andrea Costa, ex segretario provinciale Dem: "La fine anticipata della consiliatura ci sta impegnando tantissimo per portare a termine i progetti ancora aperti; stiamo sopratutto facendo gli amministratori più che i politici. Mi riservo di leggere bene il testo prima di decidere".

Simile la risposta dell’onorevole Ilenia Malavasi, molto impegnata anche come componente della Commissione Affari sociali della Camera: "Non ho fatto ancora le mie valutazioni, ma penso che alla fine firmerò". Ha dato la sua firma anche l’ex segretaria provinciale dem Gigliola Venturini: "Sì, l’ho firmato, con la consapevolezza di essere tornata indietro sulle mie opinioni – sottolinea –. Mi sono formata la convinzione che la condizione del lavoro per molti (sopratutto i giovani), in un quadro di bassi salari, lavoro povero, salario minimo, mancanza di sicurezza, ha bisogno di ritrovare un’etica. Un’etica che parta dal riconoscimento del lavoro e delle persone che lo producono". Ed aggiunge: "Abbiamo fatto troppi passi indietro su fattori che invece dovevano evolvere verso la riduzione della precarietà… L’idea era buona perché, prevedeva una progressione verso la stabilizzazione ma pare che il mercato del lavoro abbia trovato altre strade per mantenere condizioni non adeguate. Non è più sopportabile la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. È insostenibile".