![Regali in dialetto reggiano. Ecco ‘Tri in na scrâna’ Regali in dialetto reggiano. Ecco ‘Tri in na scrâna’](https://www.ilrestodelcarlino.it/image-service/version/c:NjYwOWY5YmItYmM3OS00:NGI1YjRl/regali-in-dialetto-reggiano-ecco-tri-in-na-scrana.webp?f=16%3A9&q=1&w=1560)
Regali in dialetto reggiano. Ecco ‘Tri in na scrâna’
Regali di Natale, conto alla rovescia. Accanto all’ansia crescente di cui siamo preda, mentre i pensieri si attorcigliano sul contenuto dei nostri doni per genitori, figli, nipoti, amici e colleghi, conviene gettare uno sguardo alla confezione. Perché d’accordo la sostanza, ma anche la forma vuole la sua parte. C’è perfino chi dice che la forma è sostanza, ed è qui che casca l’asino e il pop-up store ‘Tri in na scrâna – cose reggioemiliane’ acquista un’importanza fondamentale. Lo hanno capito bene Agnese Spinelli, consulente di comunicazione, e chef Marta Scalabrini, che si sono unite con i rispettivi marchi Reggio Emilianitè e M inCucina in una joint venture nel nome del Natale. E della comune, grande passione per le proprie origini e tradizioni, che le ha portate ad aprire nello spazio della vetrina espositiva di A di Aguzzoli arredamenti, in piazza Fontanesi, il loro progetto creativo per la realizzazione di originali e assolutamente hand-made idee regalo (come le orginali cartoline in dialetto), insieme alle carte o alle stoffe dove avvolgerle. E se il regalo lo avete già? Niente di meglio che personalizzarlo con un involucro all’insegna dell’artigianalità. E del dialetto reggiano. Vedere per credere. Tra i regalini natalizi realizzati dalle agili e veloci mani di Marta, che si è costruita per l’occasione un telaio e ha "maltrattato" burazzi, si trova il classico biglietto di auguri con la scritta ‘Mo c’fred’, il burazzo o asciughino con i cappelletti in brodo serigrafati – una chiccheria – ma anche la reinterpretazione della ‘Pèsa del caser’, la tela che si usa per estrarre la massa del Parmigiano Reggiano e che diventa, seguendo l’esempio di nonne e bisnonne, centrotavola o tendina. C’è anche una ghiotta carta regalo abbinata con sopra scritto ‘Mia trôp. Gnân pôc. Gióst.’, alla maniera delle nonne, che in cucina si affidavano all’occhio e all’esperienza nel dosaggio di sale e zucchero. Avete presente il quanto basta delle ricette? Quello. Anche per questo nel mazzo di carte reggiane la regina della briscola è lei, la nonna, che metteva ad asciugare sul burâs i tortelli, le tagliatelle e i cappelletti, accorgendosi che ne spariva sempre uno. Mangiato crudo sotto al tavolo da un nipotino.
Lara Maria Ferrari