Regali in dialetto reggiano. Ecco ‘Tri in na scrâna’

Agnese Spinelli e Marta Scalabrini si sono unite con i rispettivi marchi ’Reggio Emilianitè’ e ’M in Cucina’ all’insegna della passione per le tradizioni.

Regali in dialetto reggiano. Ecco ‘Tri in na scrâna’

Regali in dialetto reggiano. Ecco ‘Tri in na scrâna’

Regali di Natale, conto alla rovescia. Accanto all’ansia crescente di cui siamo preda, mentre i pensieri si attorcigliano sul contenuto dei nostri doni per genitori, figli, nipoti, amici e colleghi, conviene gettare uno sguardo alla confezione. Perché d’accordo la sostanza, ma anche la forma vuole la sua parte. C’è perfino chi dice che la forma è sostanza, ed è qui che casca l’asino e il pop-up store ‘Tri in na scrâna – cose reggioemiliane’ acquista un’importanza fondamentale. Lo hanno capito bene Agnese Spinelli, consulente di comunicazione, e chef Marta Scalabrini, che si sono unite con i rispettivi marchi Reggio Emilianitè e M inCucina in una joint venture nel nome del Natale. E della comune, grande passione per le proprie origini e tradizioni, che le ha portate ad aprire nello spazio della vetrina espositiva di A di Aguzzoli arredamenti, in piazza Fontanesi, il loro progetto creativo per la realizzazione di originali e assolutamente hand-made idee regalo (come le orginali cartoline in dialetto), insieme alle carte o alle stoffe dove avvolgerle. E se il regalo lo avete già? Niente di meglio che personalizzarlo con un involucro all’insegna dell’artigianalità. E del dialetto reggiano. Vedere per credere. Tra i regalini natalizi realizzati dalle agili e veloci mani di Marta, che si è costruita per l’occasione un telaio e ha "maltrattato" burazzi, si trova il classico biglietto di auguri con la scritta ‘Mo c’fred’, il burazzo o asciughino con i cappelletti in brodo serigrafati – una chiccheria – ma anche la reinterpretazione della ‘Pèsa del caser’, la tela che si usa per estrarre la massa del Parmigiano Reggiano e che diventa, seguendo l’esempio di nonne e bisnonne, centrotavola o tendina. C’è anche una ghiotta carta regalo abbinata con sopra scritto ‘Mia trôp. Gnân pôc. Gióst.’, alla maniera delle nonne, che in cucina si affidavano all’occhio e all’esperienza nel dosaggio di sale e zucchero. Avete presente il quanto basta delle ricette? Quello. Anche per questo nel mazzo di carte reggiane la regina della briscola è lei, la nonna, che metteva ad asciugare sul burâs i tortelli, le tagliatelle e i cappelletti, accorgendosi che ne spariva sempre uno. Mangiato crudo sotto al tavolo da un nipotino.

Lara Maria Ferrari