Rischio censura, Prodi:: "Sono preoccupato"

L’ex presidente del Consiglio: "La democrazia sembra stanca, va rivitalizzata". Delrio: "Né Meloni né Tarquini riescono a pronunciare la parola ’antifascista’".

Rischio censura, Prodi:: "Sono preoccupato"

Rischio censura, Prodi:: "Sono preoccupato"

Antifascismo, censura, difesa della libertà. In una piazza dei Martiri piena di sole e di gente in festa per il 25 aprile, c’è l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, che di lì a poco parlerà sul palco. "Qui a Reggio, per me, è un ritorno. Questa piazza, l’isolato San Rocco, tanti amici, tutti invecchiati – ride –, ma sono amici da oltre 60 anni. Il 25 aprile non è un ricordo secondario, non è neanche un ricordo ma piuttosto una necessità di rivivere un momento decisivo della storia perché da lì è nata la Costituzione, la democrazia. Una democrazia che proprio per effetto del 25 aprile non comprendeva un solo partito, o due, ma è stata pluralistica fin dall’inizio, in questa meravigliosa liberà nuova che per 20 anni non si era avuta in Italia". Prodi sottolinea che "oggi è come se questa democrazia si fosse stancata, la dobbiamo rivitalizzare. È in crisi non solo in Italia ma un po’ in tutto il mondo democratico" e cita Stati Uniti, Germania, Francia, Spagna. "Abbiamo bisogno di un nuovo slancio, se non si ricostituisce un minimo di equilibrio nelle nostre società la democrazia va veramente in fumo". Quanto al rischio censura in Italia, "sono preoccupato". Nota "una presenza di mass media sempre più massiccia e sempre più inclusiva, su questo sono molto attento". E sul piano locale, oltre al candidato del centrodestra Giovanni Tarquini che non cita il fascismo, il presidente dell’ordine degli avvocati Della Capanna invita a liberarsi dell’antifascismo. "Beato lui – commenta Prodi –. Dire questo equivale a dire ‘chiudiamo la Costituzione’. Se uno è coerente, deve capire che la Costituzione è nata per chiudere il capitolo del fascismo, è una parola che va utilizzata perché quel capitolo, il fascismo, non deve entrare nella nostra vita politica". "La questione è locale ma anche nazionale – così l’ex sindaco Graziano Delrio –. Come mai non si riesce a pronunciare questa parola? Non ci riesce la Meloni ma nemmeno il candidato sindaco del centrodestra (a Reggio), difficile pensare che le comunità si possano riunire sotto valori comuni se non c’è l’antifascismo, che vuole dire lotta per la liberà, l’eguaglianza, le discriminazioni razziali, di genere. Pensare che si possa superare l’antifascismo è come pensare di superare la Resistenza e quindi la Costituzione – incalza Delrio –, è una sciocchezza di proporzioni enormi. Essere antifascisti vuol dire negare in radice quel periodo storico, le scelte che furono fatte e l’ideologia, da cui ancora oggi non si prende una distanza adeguata. Più che arrabbiato, io sono triste – chiude Delrio –. È preoccupante che non vi sia una condivisione di valori fondamentali come questi, una persona che non fa chiarezza su queste cose vuol dire che non ha sa bene che cos’è questa comunità".