Rissa fuori dall’Italghisa: "Colpito con un tirapugni"

Episodio del 2017, quattro uomini a giudizio: ieri ascoltati un teste e due imputati

I tempi della giustizia spesso non collimano con quelli della vita, così quattro giovani che nel 2017 pensavano alle ragazze e ad andare a ballare ogni sabato, oggi si ritrovano uomini sotto processo per le conseguenze di una rissa scoppiata la notte del 18 febbraio 2017 nel parcheggio della discoteca Italghisa. Ieri, davanti al giudice Giovanni Ghini, è stato ascoltato un testimone e sono stati interrogati due degli imputati. Per Senad Bequiri, 30 anni, d’origine albanese (avvocato Silvia Vallisneri); i pachistani Smail Azmat, classe 1995 (avvocato Pina Di Credito) e Asad Sardar (1996) e Catalin Mandala, rumeno, classe 1993 (avvocato Vera Sala) l’accusa è di lesioni personali per aver pestato a sangue Mario C. In particolare, Catalin gli avrebbe sferrato anche un cazzotto devastante al volto con un tirapugni.

Quello che è stato ricostruito è un contesto in cui i buttafuori dello storico locale della Reggio by night cercavano di mantenere l’ordine in un locale amatissimo dai ragazzi ma che per le frequenti risse venne poi chiuso per otto giorni "per ragioni di ordine pubblico" tramite ordinanza dell’allora questore Isabella Fusiello. I frequenti confronti violenti tra le auto posteggiate avevano infatti portato proteste ed allarme tra i cittadini residenti della zona di via Gonzaga. "Non riconosco gli imputati. Non ricordo bene i fatti, sono passati tanti anni. Il mio amico Mario aveva avuto una discussione dentro il locale e poi la faccenda si concluse fuori", ha spiegato il teste, un giovane equadoregno, aggiungendo che in seguito riuscirono a dare un volto agli aggressori osservando delle foto della serata pubblicate sul Facebook dai gestori del locale.

È poi stato interrogato Bequiri: "Arrivammo in quattro con l’auto di Catalin, poi una volta dentro ci separammo andando ognuno con delle ragazze. Dopo un po’ venne un buttafuori che spingeva Catalin, aveva avuto una discussione, mi disse che era stato picchiato da altri 5, che però erano scappati. Il buttafuori lo condusse prima in bagno a sciacquarsi e poi lo mandò fuori dal locale. Io andai a prendere la mia giacca e poi lo raggiunsi fuori con una ragazza. Lì ho visto un altro che gli andava incontro. Si sono attaccati e hanno iniziato a picchiarsi. Noi li abbiano solo divisi".

Ha anche aggiunto che, stante il buio nel parcheggio, non vide tirapugni: "Era tutto uno stacca-stacca per dividerli. Poi salimmo in auto e ce ne andammo". Analoga la versione di Smail. Mario C. finì al pronto soccorso, con una frattura vicino all’occhio sinistro, varie ferite e contusioni; ne uscì con una prognosi di 30 giorni. Il processo proseguirà il prossimo 9 maggio. Le notti brave dell’Italghisa culminarono la notte di Natale, quando una banda diffuse tra i ragazzi che ballavano spray al peperoncino per compiere furti e rapine approfittando del parapiglia. Una delle tante rapine con spray urticante che portarono in seguito i carcere 6 modenesi allora tra i 19 e i 22 anni, con l’accusa di essere gli autori della strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona), dove il 7 dicembre 2018 in occasione del concerto di Sfera Ebbasta morirono cinque ragazzini e una mamma.

Francesca Chilloni