San Rocco, caos totale: "Questa è zona nostra e facciamo come ci pare"

I residenti del quartiere San Rocco di Reggio Emilia si sono lamentati del mancato intervento delle forze dell'ordine durante i festeggiamenti di Capodanno, in cui gruppi di ragazzini e adolescenti hanno causato problemi e disagi. I residenti hanno chiesto aiuto in anticipo, ma non hanno ricevuto alcuna risposta.

"Il Capodanno è iniziato quindici giorni fa intorno al teatro Valli. Gruppi di ragazzini ogni pomeriggio lanciavano botti e petardi, vicino alle persone sedute sulle panchine, per le vie circostanti, nei tombini, in piazza della Vittoria, Martiri del 7 luglio e sotto l’isolato San Rocco.Noi residenti abbiamo chiesto per la notte di Capodanno un presidio fisso". Inizia così la lunga lettera dei residenti del quartiere San Rocco, sfiniti da una situazione che ha raggiunto il culmine proprio l’ultima sera dell’anno: allarmi impazziti, gente che si tira i petardi addosso, esplosioni ravvicinate. Scene di guerriglia urbana. "Questa è Reggio Emilia", dicono in un video girato sotto la galleria. Molti si sono lamentati del mancato intervento delle forze dell’ordine. "Da mesi ormai, abbiamo visto crescere l’aggressività in questi ragazzi e ragazzini nordafricani che, in particolare dall’estate scorsa, girano per le due piazze bevendo, urlando, con musica altissima anche di notte – proseguono i residenti –. E hanno atteggiamenti di sfida verso chi chiede loro maggiore rispetto. Abbiamo visto crescere la loro rabbia, il risentimento ma anche la consapevolezza che qui sono impuniti e possono fare quello che vogliono. Ce l’hanno detto loro ’Questa è la nostra zona, hanno detto, e possiamo fare quello che ci pare’". Davanti a questo e ai continui episodi che causano problemi e disagi tra i tanti che nel quartiere provano a vivere e lavorare, i residenti hanno chiesto aiuto "in anticipo" in vista dei "festeggiamenti" del 31. "Nei giorni scorsi, prevedendo cosa sarebbe successo, abbiamo chiesto alle forze dell’ordine un presidio fisso per la notte di Capodanno. Ci hanno risposto che non potevano fare nulla". Ed è andata così: "Il 31 i botti sono iniziati a metà mattina, poi è stato un crescendo e si aggiungevano petardi e piccoli fuochi artificiali fino alle sei del pomeriggio quando è esplosa una sorta di guerriglia urbana, ben organizzata. Erano tanti piccoli gruppi di 10, dodici con un ‘capo banda’ e due che portavano borse piene di materiale pirotecnico. Gruppi di adolescenti, 13-14 anni e di ragazzi più grandi 18-20, alcuni alterati da sostanze in modo evidente, urlavano e saltavano. Dove hanno trovato così tanti ragazzini e ragazzi i fondi per acquistare tutti questi fuochi?", si chiedono i residenti. "Dalle 18 i botti sono andati avanti ininterrottamente con un livello di rumore e di grida esponenziale. Sembrava già mezzanotte. Fino alla mezza circa quando, finalmente, dopo innumerevoli telefonate da parte di commercianti e residenti sono uscite due auto della polizia e una dei carabinieri e piano piano hanno smesso. Però il danno era fatto e sotto l’Isolato San Rocco erano completamente distrutti gli addobbi, i vasi e gli alberi di Natale del negozio Casimiro". Non è neanche per il danno, tengono a sottolineare, ma "è il senso di impotenza. Il vedere che le istituzioni hanno deliberatamente abbandonato questa parte della città. Da troppo tempo ‘si lascia fare’, si vede senza vedere lo spaccio a cielo aperto al parco del Popolo, lungo i viali del teatro Valli, ai tavolini del Gran Caffè Cavour. Si lascia che ragazzini stranieri rubino nei garage e per strada bici e moto. Si ignorano gli ubriachi che ogni notte tengono festini in piazza Martiri e piazza della Vittoria. A volte anche di giorno. E la notte di Capodanno si ha l’impressione che si sia voluto ‘lasciarli sfogare’ per poi intervenire". E mettono l’accento sul contrasto tra le "due città" di quella sera, mentre nel cuore del centro andava in scena lo spettacolo danzante dedicato all’Orlando Furioso: "In piazza Prampolini la meraviglia, a pochi metri la guerriglia". "C’erano anche dei bambini tra quelli che sparavano petardi, anche botti piuttosto grossi – racconta Andrea, del Gran Caffè Cavour –, fino alla mezzanotte non siamo riusciti a chiudere perché c’era sempre gente. A un certo punto sono partiti tutti gli allarmi. Però qui da noi non ci sono stati problemi". "A mezzanotte passata vengono, grazie, grazie davvero, dalle sei che è così. È normale che vengono dopo quattro ore?", si chiedono in un video girato sotto la galleria.

Chiara Gabrielli