"Sfiderò van der Poel"

Il ciclocrossista reggiano Simone Zecchini in Coppa del Mondo .

"Sfiderò van der Poel"

"Sfiderò van der Poel"

di Daniele Petrone

Scattare ai nastri di partenza insieme al campione del mondo in carica Mathieu van der Poel e Wout Van Aert, i due mostri sacri del ciclocross di oggi (e non solo, perché anche su strada vanno a fucilata) è un’occasione speciale che non capita tutti i giorni. L’ha colta al volo Simone Zecchini, 23 anni a giugno, unico reggiano che coi colori del suo team Velo Club Beltrami Tsa La Risorsa Umana sarà in gara nella penultima tappa di Coppa del Mondo di ciclocross domenica a Benidorm, in Spagna.

Simone, pronto a sfidare van der Poel e Van Aert?

"Sfidare scrivetelo tra virgolette… (ride, ndr). Diciamo che vado a prendere delle sberle, ma da questi mostri sacri le accetto".

Lei non è tra i professionisti, ma ha la possibilità di correre con loro. Ci spiega come mai?

"Nel ciclocross un atleta di 23 anni passa automaticamente nella categoria Elite. Perciò per la Federazione – anche se fa ridere, ma è cosi tanto per essere chiari – sono della stessa categoria dei van der Poel e di Van Aert, ma loro sono di un altro pianeta. Per ogni tappa di Coppa del Mondo l’Italia ha un tot di posti disponibili e se non viene raggiunto il massimo, un atleta come me può iscriversi. E così ho fatto. Ci avevo provato anche in Belgio l’anno scorso, ma poi per i tempi stretti non ce l’ho fatta. Quest’anno invece direi che il mio sogno si avvera".

È pronto per la corsa?

"Sono in uno stato di forma decoroso, quindi voglio provare a misurarmi con quelli davvero forti. Certo, non sono al loro livello. Sono professionisti che corrono in bicicletta per lavoro, mentre io che lavoro in Croce Verde nel settore trasporti, accompagnando gli anziani ai centri diurni, riesco ad allenarmi due volte a settimane per un’oretta. In Italia nelle gare nazionali riesco a difendermi, così vorrei godermi quest’esperienza indimenticabile".

Da quando ha cominciato a pedalare?

"Da quando ho 7 anni. Ho iniziato su strada, poi da esordiente ho provato il ciclocross e mi è piaciuto. Quando sono passato juniores alla Nial Nizzoli non ho avuto più l’opportunità di cimentarmi in questa disciplina. Poi da Under 23 alla Xtc Beltrami ho avuto la possibilità di ritornare. Nelle gare nazionali e internazionali mi piazzo quasi sempre tra i primi venti. Me la cavo dai, considerato che è solo un hobby...".

Sogna di diventare un professionista?

"Diciamo che mi accontento di farlo al livello che ho raggiunto. Poi se per caso ci fosse una possibilità concreta, chiaramente ci penserei. Ma va bene anche così...".

Quando parte?

"Sto per andare a fare l’ultima sgambata (ieri intorno alle 15, ndr) e poi preparo bici e bagagli. Domattina (oggi, ndr) si parte per la Spagna".

Chi la accompagna?

"I miei genitori. Papà Marzio, agente di polizia locale, che starà ai box come ha sempre fatto. E mamma Cristina, impiegata, che mi farà da fotografa e da addetta stampa. È un viaggio di gioia che è giusto condividere con loro".

Si è dato un obiettivo?

"Quello principale è fare un selfie con Van Aert che è il mio modello e con van der Poel… (ride a crepapelle, ndr)".

Ci può stare… E invece in gara?

"Fare almeno metà gara prima di prendere il giro (essere doppiato, ndr). Vedremo, l’esperienza conta tantissimo nel ciclocross. Io poi mi alleno su strada, quindi nei tratti fangosi fatico. Darò il massimo, ma mi godrò questa avventura".