"Si abbassò il fatturato per percepire i fondi del Covid"

Un uomo di 63 anni a processo per indebita percezione di erogazioni pubbliche legate all'emergenza Covid a Guastalla. Accusato di aver falsificato documenti per ottenere contributo a fondo perduto. Testimonianze contrastanti sul caso. Processo in corso.

Un uomo di 63 anni è finito a processo con l’accusa di indebita percezione di erogazioni pubbliche legate all’emergenza Covid. Secondo la ricostruzione investigativa, come legale rappresentante di una concessionaria di auto di Guastalla, lui avrebbe avanzato un’istanza per ottenere il contributo a fondo perduto di 5.698 euro, erogato dallo Stato in base al cosiddetto ‘Decreto Rilancio’ (emanato il 19 maggio 2020), che prevedeva misure urgenti in materia sostegno al lavoro e all’economia nell’epoca Covid. Nello specifico, gli si contesta di avere attestato falsamente un importo di minore fatturato e corrispettivi in riferimento all’aprile 2020, allo scopo di rientrare nelle condizioni previste per ottenere l’elargizione del sussidio.

Davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini, ieri sono stati sentiti tre testimoni citati dalla Procura. Secondo un maresciallo della finanza, la sua società avrebbe annullato una fattura riguardante la vendita di una macchina, redigendo una nota di credito, per poi riemetterla datandola al trimestre precedente, così da far risultare un fatturato più basso e ottenere il fondo Covid. Una consulente dell’associazione di categoria a cui lui si rivolse, sentita ieri, ha ravvisato un errore. A suo dire, era sbagliato il momento originario della fattura per un’auto, che fu emessa dal 63enne al momento dell’immatricolazione: il titolare aveva ricevuto il pagamento integrale della macchina da parte del compratore e aveva consegnato il mezzo il mese precedente.

Secondo il teste della Finanza, invece, non c’era motivo valido perché lui emettesse la nota di credito. L’acquirente della macchina, ascoltato ieri, ha riferito che il pagamento e la consegna risalivano al mese precedente, relativo alla seconda fattura emessa. Per la difesa, affidata all’avvocato Alessio Fornaciari, "lui voleva rispettare le norme, emettendo di nuovo la fattura con la data corretta dell’avvenuto pagamento, per poi chiedere i fondi Covid a cui aveva diritto". Il processo proseguirà in luglio. al.cod.