Sinistra divisa, centrodestra in campo

Cavriago-Lab alla giunta: "Vediamo molti atti poco trasparenti". E Pascarella vede uno spiraglio

Sinistra divisa,  centrodestra in campo

Sinistra divisa, centrodestra in campo

CAVRIAGO

Con la probabile candidatura a sindaco per il "Centrodestra per Cavriago" del dottor Giuseppe Pascarella, classe 1963, medico di medicina generale, vanno definendosi gli schieramenti in campo per le elezioni dell’8-9 giugno. Il gruppo che lo sostiene starebbe svolgendo riunioni organizzative propedeutiche alla presentazione della lista. La sindaca Francesca Bedogni è ricandidata da "Uniamo Cavriago": oltre a Pd, l’appoggiano Possibile ed Europa verde. La lista delinea anche assessori in caso di vittoria (Brami, Franzoni e Zecchetti).

Vi è poi il "Cavriago Lab - Impegno Comune", lista civica in cui sono confluiti molti giovani ma anche insoddisfatti Pd, ambientalisti, storici esponenti della sinistra e del M5s. Anche il Lab candida a sindaco una donna, la professoressa Marica Bassi. Civico puro al suo fianco c’è Domenico Savastano, 64 anni, pensionato con una carriera importante nella Pa: dirigente della Provincia, direttore generale dell’Asp "Città delle persone" e Responsabile dell’inserimento lavorativo disabili per la Regione. Feroce la sua analisi della situazione a Cavriago: "Il Comune può essere amministrato meglio. Nel tempo ho visto grossi progressi, ma specialmente negli ultimi 5 anni ho notato che si può fare meglio a dispetto della realtà virtuale, della narrazione che ci viene propinata ogni giorno sui social, tramite strumenti come Paese Nostro, e da ultimo nella Relazione di fine mandato. Sembra che viviamo nel Paese di Bengodi. Per noi la politica non deve essere un mestiere, ma un’attività temporanea prestata a servizio della collettività; amministrare non deve essere né un veicolo di soddisfazioni personali né carrierismo. Inoltre un Comune deve essere una Casa di Vetro: vedo molti atti non illegittimi ma di poca trasparenza. Si deve puntare anche sulla valorizzazione delle professionalità interne all’ente".

Ha anche fortemente criticato la sottrazione dal controllo dei cittadini di quanto è stato esternalizzato in Unione e Azienda Speciale: servizi sociali, polizia, personale, politiche educative, lavori pubblici, mobilità… "Il Consiglio comunale - ha detto - corre il rischio di essere mero organo di ratifica che prende atto di decisioni assunte in altri luoghi, dove il dibattito tra eletti è vuoto. Ciò è gravissimo per la tenuta democratica". Infine ha criticato le iniziative di partecipazione: "Da anni su 9800 abitanti è consultata sempre la stessa minoranza di 2-300 persone che fanno parte dei soliti gruppi".