FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Stazione Mediopadana 10 anni ad alta velocità: "Da soli contiamo poco. Serve fare rete"

L’amministrazione annuncia: "Da febbraio una navetta per il centro". Secondo il sindaco resistenze conservatrici in tutti i partiti. E sul futuro punta tutto su università, area vasta e diritto alla casa.

Stazione Mediopadana 10 anni ad alta velocità: "Da soli contiamo poco. Serve fare rete"

Stazione Mediopadana 10 anni ad alta velocità: "Da soli contiamo poco. Serve fare rete"

Dal febbraio 2024 una nuova linea di Minubù collegherà il centro e la stazione storica alla Mediopadana. Lo ha annunciato Alex Pratissoli, vicesindaco con delega a Infrastrutture e Area vasta, all’incontro "Idee in movimento" che si è svolto ieri al Teatro Ariosto in occasione dei dieci anni dall’entrata in funzione della stazione dell’Alta Velocità. Davanti ad un parterre di politici ed amministratori, imprenditori e stakehoders, è stato analizzato con Gianpiero Strisciuglio, direttore e ad di Rfi (Rete ferroviaria italiana), e l’assessore regionale ai Trasporti Andrea Corsini cosa abbia comportato la presenza sul territorio dell’infrastruttura strategica che ha reso Reggio baricentrica in una serie di processi di innovazione e sviluppo economico di calibro europeo. Tra i promotori della Mediopadana presenti gli ex sindaci Antonella Spaggiari e Ugo Ferrari (fu reggente), grandi assenti Graziano Delrio, gli ex presidenti della Provincia Roberto Ruini e Sonia Masini. "Ci sono vari progetti in corso - ha detto Pratissoli - Negli ultimi 5 anni il Comune, Rfi e i privati hanno investito 27 milioni euro. Adesso abbiamo 2400 posti auto. Nel 2024 sarà inaugurata la nuova hall con scale mobili, e si sta riqualificando la parte sottostante di 3500 mq dove saranno collocati nuovi servizi, un bar-ristorante, la farmacia, una vetrina delle eccellenze del territorio. Dopo i primi 10 straordinari anni, i prossimi saranno centrali per l’accessibilità, e c’è urgenza di investimenti per aumentare i collegamenti". Il sindaco Luca Vecchi non solo ha enucleato le linee d’evoluzione futura dell’infrastruttura, ma ha tracciato quasi un bilancio di fine mandato dettando l’agenda al proprio successore: "La Mediopadana è necessaria ma non sufficiente. Dieci anni fa avevano pezzi del sistema economico che collassavano - ha spiegato - Il declino di un modello di sviluppo in quel momento era un rischio reale. Oggi abbiamo un sistema economico all’altezza della competizione mondiale. Ma c’è bisogno di un ecosistema generativo, da sviluppare lungo tre coordinate. Primo, qualità del capitale umano: in 10 anni l’università è raddoppiata, deve raddoppiare ancora come devono essere potenziate anche le altre centrali di formazione". In platea lo ascoltavano annuendo il pro Rettore e il dottor Carlo Baldi. Secondo punto, per Vecchi, "è sentirsi parte di un sistema territoriale di area vasta. Città medie come Bergamo, Brescia, Mantova, Modena, Parma… singolarmente non valgono molto, ma insieme sono pesanti. Ma c’è una dialettica costante, trasversale agli schieramenti politici, tra cultura dell’innovazione e spirito conservatore". Il terzo nodo è quello del "capitale sociale. Bene l’innovazione che asseconda di chi corre, ma non bisogna perdere di vista il contrasto alle disuguaglianze. Il post Covid ci ha consegnato complessità da affrontare, ad esempio il tema della casa". Tra i plus che rendono Reggio non più periferia ma attrattiva sono stati citati anche il Parco Innovazione alle ex Reggiane, la Rcf Arena e il Core nel campo sanitario.