Strutture private in rivolta: "La Regione ci taglia le tariffe. Liste d’attesa a rischio tilt"

Ctr, Centro di Medicina, Salus, Spallanzani e Villa Verde sulle convenzioni pubbliche "La nuova delibera in vigore dal 2024 riconoscerà compensi ridicoli agli specialisti".

Strutture private in rivolta: "La Regione ci taglia le tariffe. Liste d’attesa a rischio tilt"

Strutture private in rivolta: "La Regione ci taglia le tariffe. Liste d’attesa a rischio tilt"

Non sembra esserci pace per la sanità pubblica regionale. Perché ora anche le strutture private convenzionate con il sistema sanitario nazionale insorgono contro la giunta di via Moro, dopo l’ultima delibera che prevede un drastico taglio alle tariffe di assistenza specialistica. Lo hanno ribadito in coro Ctr, Centro di Medicina, Salus Hospital, centro medico Lazzaro Spallanzani e Villa Verde in una nota congiunta dai toni decisi: "La delibera entrerà in vigore dall’1° gennaio 2024 – recita il comunicato –. Si tratta di prestazioni riconosciute dallo Stato alle strutture pubbliche sanitarie e a quelle private accreditate con il Sistema Sanitario Nazionale: ebbene la riduzione va dal 25 al 35%; un provvedimento che si riflette sui medici specialistici, a cui verrà riconosciuto un compenso ridicolo pari a 8-9 euro netti a ogni visita effettuata".

Le problematiche della sanità pubblica in Emilia Romagna sono ben note, con un disavanzo di bilancio da 800 milioni nel 2022, che secondo la consigliera regionale di Fratelli d’Italia Valentina Castaldini arriverebbe addirittura a sfondare il miliardo per l’anno in corso. "La nuova delibera, la prima sul tema da 27 anni a questa parte, colpisce in particolare le tariffe legate alle visite specialistiche – proseguono nella nota congiunta le strutture accreditate –. Inoltre nel solo caso della risonanza magnetica si tratta di un calo del 30%; ancora, per la cataratta la decurtazione arriva fino a 115 euro. La decisione, presa a livello nazionale, lasciava alle singole Regioni la possibilità di applicare correttivi, cosa che non è avvenuta in Emilia Romagna". Così le strutture private aprono un altro tasto dolente, quello delle infinte liste d’attesa: "Il rischio è che i medici scelgano di esercitare la professione solo privatamente, causando notevoli ritardi nell’erogazione dei servizi. E così si metterà a rischio la continuità delle prestazioni, con la pericolosa conseguenza che i cittadini, per usufruire di visite fondamentali come Tac o risonanze, dovranno affrontare lunghe liste di attesta o saranno costretti ad accedere a prestazioni private a pagamento. Le strutture pubbliche e private accreditate con il Sistema Sanitario Nazionale, già in sofferenza, risultano ulteriormente penalizzate da arbitrati provvedimenti che nel lungo periodo rischiano di generare discriminazioni e disparità di trattamenti tra i cittadini".