"Token non rimborsabili". Daele: "È la norma"

Il giornalista Antonio Mazzucchelli denuncia che i gettoni non rimborsabili alla Rcf Arena hanno causato un danno economico a numerosi spettatori durante il concerto degli Ac/Dc. La società responsabile difende la prassi, sottolineando motivi fiscali e misure adottate per evitare accumuli di gettoni.

"Token non rimborsabili". Daele: "È la norma"

"Token non rimborsabili". Daele: "È la norma"

"I gettoni (token) presi per poter acquistare cibo e bevande all’interno della Rcf Arena non erano rimborsabili. Risultato? Me ne sono avanzati 32 per un controvalore di 64 euro. Nonostante mi sia recato alla cassa alla fine del concerto, non c’è stato modo di ottenere il rimborso (e anzi uno degli addetti ha chiamato la sicurezza per farmi allontanare)". È questa la denuncia arrivata da Antonio Mazzucchelli, un giornalista di Milano che si trovava al concerto come spettatore. E aggiunge: "Ho già avuto a che fare con i voucher per la ristorazione: alla fiera di Rimini. Quelli inutilizzati vengono rimborsati tramite bonifico sul proprio conto corrente. Perché non hanno sviluppato una procedura simile? Qual è stato il guadagno netto con questo escamotage? Un danno economico sicuramente per centinaia, forse migliaia di persone. Infatti mentre discutevo presso la cassa per far valere le mie ragioni, in una decina di minuti sono passati almeno una dozzina di clienti chiedendo il rimborso di 7, 8, 10 token rimasti ricevendo tutti la stessa risposta: ’Non sono rimborsabili, c’è scritto sul cartello’".

Dopo la segnalazione ricevuta abbiamo contattato la ’Daele Banqueting & catering’, che ha gestito l’organizzazione del ’food and beverage’ all’interno della Rcf Arena per gli Ac/Dc. "Questa è la prassi ormai a ogni concerto. Le casse per poter acquistare i token erano oltre 60 in tutta l’area – hanno spiegato i responsabili – e in ogni cassa era presente un cartello che spiegava come i token non fossero rimborsabili per ragioni fiscali (a un evento del genere non è possibile stornare scontrini già emessi), c’erano anche i menu con esposti i prezzi. Sempre per venire incontro ai clienti avevamo messo come taglio minimo il gettone da 2 euro, proprio per far sì che non si prendessero token in eccesso. Il signore avrebbe potuto comunque utilizzare il residuo per consumare, ma non ha voluto farlo".