"Tolto il sussidio a chi ha rifiutato l’incarico"

Bellaria: "Per due persone è scattata la revoca, non hanno accettato di lavorare nelle mansioni proposte".

I redditi di cittadinanza, soprattutto quelli collegati alle liste del Centro per l’impiego, si basavano su norme ben precise: se arrivava l’occasione di lavoro occorreva accettare. E le attività socialmente utili andavano svolte. Se non si rispettava il "patto", si perdeva il beneficio.

Come accaduto a Cadelbosco Sopra, dove fino a tempi recenti si contavano quattro percettori impegnati in lavori di pubblica utilità. "Due casi – conferma il sindaco Luigi Bellaria – non hanno accettato di lavorare alle mansioni a loro affidate. E così il reddito di cittadinanza è stato revocato. Non era possibile fare altro. Le regole vanno rispettate". Gli stessi soggetti, inoltre, per almeno un paio d’anni non avrebbero potuto ripresentare la domanda.

A Guastalla, invece, erano 28 i percettori del Reddito di cittadinanza in carico ai servizi sociali, di cui undici presentano invalidità e, come tali, esonerati da progetti. Cinque persone sono inserite in un Puc (Progetto utile alla collettività). Altri cittadini sono invece in carico al Centro per l’impiego, in quanto ritenute occupabili, inserite in percorsi di inserimentoreinserimento lavorativo.

Sulle posizioni dei soggetti che percepiscono questo reddito finanziato da risorse pubbliche effettuava controlli anche la Guardia di finanza, che più volte ha scoperto delle gravi irregolarità, bloccando subito l’erogazione del reddito e facendo avviare delle procedure per il recupero di quanto ottenuto indebitamente dagli interessati.

Antonio Lecci