Travolto e ucciso in bici: chiesti 5 anni

Il 45enne Uddin venne falciato da un’auto pirata senza assicurazione. La famiglia vuole oltre un milione

Travolto e ucciso in bici: chiesti 5 anni

Travolto e ucciso in bici: chiesti 5 anni

Cinque anni. È la pena richiesta dal pubblico ministero Maria Rita Pantani per Nicola Ferrante, il 37enne che, nella sera del 13 febbraio 2021, alla guida di una macchina senza assicurazione, investì il 45enne Abbas Uddin: la vittima, di origine bengalese, era in bici in via Marconi, a Campegine, e finì sbalzata nel canale, a faccia in giù. Quando lo trovarono i soccorritori, per lui non c’era più nulla da fare. I carabinieri arrivarono al 37enne di Sant’Ilario quaranta giorni dopo la morte di Uddin: fu identificato partendo da frammenti della carrozzeria rimasti sulla strada e risalendo al suo luogo di lavoro. Ferrante, assistito dall’avvocato Nino Giordano Ruffini, è imputato per omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga del conducente nel processo in corso davanti al giudice Matteo Gambarati. Il 37enne sostiene che il ciclista non fosse visibile, che si era fermato ma era buio e non aveva visto il cadavere, pensando di aver investito un animale. Concetti che ieri il difensore ha ribadito chiedendo l’assoluzione: "Si trattò di un insidia imprevedibile – ha sostenuto l’avvocato Ruffini –. Il ciclista non aveva il giubbotto catarifrangente e neppure i fanali accesi: non era visibile".

Una tesi sostenuta anche alla luce della testimonianza di una parrucchiera. Di avviso opposto l’avvocato Domenico Intagliata, che tutela i familiari della vittima costituiti parte civile: la moglie, tre figli e due fratelli della vittima, residenti in Bangladesh. Per i parenti è stata depositata una richiesta di risarcimento superiore a un milione di euro. Secondo il legale, "Uddin era perfettamente visibile. È stato dimostrato che la bici aveva il dispositivo luminoso posteriore funzionante. E poi le telecamere di una farmacia, di una tabaccheria e di una casa lo ripresero lungo il tragitto in tre punti diversi a distanza di 5 minuti l’uno dall’altro: la bici di Uddin aveva la luce a intermittenza e catarifrangenti sulle pedivelle". Intagliata ha anche sostenuto che la velocità dell’auto fosse di poco superiore al limite dei 50 chilometri orari, ma che a suo dire le condizioni di visibilità limitata avrebbero richiesto un’andatura più lenta. Si proseguirà in maggio per repliche e sentenza.