Tre imputati. Ausl parte civile

È in corso il processo per la fornitura di mascherine inidonee durante la pandemia Covid. Tre imputati, tra cui ex dirigenti dell'Ausl, sono accusati di corruzione e frode. La pubblica accusa ha richiesto una perizia sulle intercettazioni.

È iniziato ieri mattina il processo con rito ordinario scaturito dall’inchiesta ‘The mask’ sulla fornitura di mascherine chirurgiche importate dalla Cina, e ritenute inidonee, valore 5,6 milioni di euro, appalto appalto affidato in forma diretta dell’Ausl nel marzo 2020, durante la pandemia Covid. Davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini, sfilano tre imputati, rinviati a giudizio il mese scorso dal gup Luca Ramponi. Si tratta di Pietro Ragni, ex risk manager dell’Ausl ora in pensione, vicepresidente dell’Ordine dei medici, accusato di corruzione (difeso dall’avvocato Alessandro Nizzoli); più due imprenditori, Lorenzo Scarfone di Poviglio, ex coordinatore reggiano di Italia madre, partito di Irene Pivetti (avvocato Enrico Fontana), e il trentino Paolo Paris (avvocato Massimo Amadori), entrambi accusati di corruzione, truffa e frode in pubbliche forniture. Ieri gli imputati erano tutti e tre presenti. L’Ausl è costituita parte civile attraverso l’avvocato Roberto Mariani. A sostenere l’accusa è il pubblico ministero Giulia Galfano, subentrata al collega Marco Marano ora in servizio altrove. Ieri mattina sia il pm Galfano sia l’avvocato Fontana hanno chiesto di fare una perizia sulla trascrizione delle intercettazioni.