"Troppe bici rubate, per favorire la mobilità depositi e controlli"

Il Prof. Cadoppi evidenzia la diminuzione dell'uso delle biciclette a Reggio Emilia nonostante gli incentivi ecologici, attribuendo la causa a urbanizzazione dispersiva e furti. Propone controlli e depositi sicuri come soluzione.

Recentemente ho visto una foto di piazza del Duomo con centinaia di biciclette parcheggiate. Erano gli anni ’60, quando tra l’altro la questione ambientale e climatica non era neppure sentita e dunque i reggiani andavano in bicicletta per comodità e non per ragioni ecologiche.

Il paradosso è che oggi che tutti abbiamo percepito l’importanza di comportamenti ambientalmente virtuosi, per contribuire al miglioramento climatico e che addirittura esistono incentivi economici per chi va in bici al lavoro e sono stati spesi milioni di euro per marciapiedi ciclopedonali, la gente va molto meno in bici di prima.

Questo è dovuto almeno a due fattori: il primo è urbanistico, la disastrosa politica di devastazione dei territori della campagna reggiana con lottizzazioni e costruzioni ha spinto i nostri concittadini ad andare ad abitare lontani dal centro, cosicché per tutti costoro sarebbe impossibile venire in centro in bicicletta; il secondo consiste nel dilagare di furti sistematici di biciclette che ovviamente ne disincentivano l’uso.

L’ulteriore conseguenza negativa è che la gente è spinta a girare con delle bici catorcio invece che con delle biciclette normali, per evitare che gliele rubino. Insomma, io sono un garantista anche per deformazione professionale, ma credo che sui furti di biciclette bisognerebbe operare una stretta sia sulle conseguenze sanzionatorie che sui controlli. La tecnologia dovrebbe agevolare tutto ciò.

Ovviamente poi il Comune potrebbe contribuire mettendo come è stato osservato dei depositi pubblici in cui le biciclette sono al sicuro. Sulla parte sanzionatoria, videocontrolli e depositi di bici sicuri, moderni, anche automatizzati, il Comune si deve dare una mossa! A Parma ci sono più spostamenti in bici, sui mezzi pubblici e meno traffico d’automobilistico privato, rispetto a Reggio, chiediamoci il perché.

Prof Alberto Cadoppi, ordinario di Diritto penale all’Univiversità di Parma