FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Una battuta e poi la lite. Follia omicida nella notte. Un muratore ucciso con un coltello da cucina

Sul pianerottolo del palazzo in via Fratelli Corradini a Bibbiano è pieno di sangue. Minaj colpito con pochi fendenti. I carabinieri sequestrano la presunta arma del delitto.

Una battuta e poi la lite. Follia omicida nella notte. Un muratore ucciso con un coltello da cucina

Una battuta e poi la lite. Follia omicida nella notte. Un muratore ucciso con un coltello da cucina

Uno, due, forse tre fendenti al torace sferrati con violenza così rabbiosa da spaccargli il cuore, da ledergli un grosso vaso sanguigno, da imbrattare di schizzi di sangue tutto il pianerottolo, i muri e le porta. Mentre la vita gli sgorgava a fiotti dal petto tra le mani l’anziano Ilirjan Minaj è indietreggiato incredulo, ha tentato pochi passi barcollanti lungo le scale e si è accasciato sui gradini.

LA DINAMICA

È scaturito da un diverbio lungo le scale per una battuta tra vicini di casa l’omicidio che si è consumato venerdì notte poco prima delle ore 23 in un caseggiato di via Fratelli Corradini a Bibbiano. Per la precisione al civico 2, dove "Lili" Minaj, 61 anni, originario dell’Albania e da tempo residente nel reggiano, stava recandosi a trovare i cognati, residenti in un appartamento al primo piano, due rampe di scale sotto Riccardo Stefani, un 41enne di origini piemontesi, preda di dipendenze e divorato da una aggressività smisurata che ogni giorno riversava contro tutte le persone che incontrava: ragazzini, donne, anziani, uomini, anche grandi e grossi come Minaj. Un prepotente "fuori di testa", dicono di lui, che, arrestato dai carabinieri, ora si trova in carcere a disposizione del sostituto procuratore Isabella Chiesi e del procuratore capo Calogero Gaetano Paci: l’accusa è di omicidio volontario aggravato. E dunque una facezia, che diventa una lite. Una discussione sempre più violenta, quella tra l’anziano bonaccione e il 41enne che da mesi terrorizzava il quartiere con i suoi modi collerici e sprezzanti. Ma invece di lasciar perdere, questa volta Minaj ha seguito l’altro fino al suo appartamento al secondo piano: la porta era chiusa e - secondo le prime sommarie ricostruzioni - allora l’anziano ha dato un pugno chiamando fuori l’altro. Ma Stefani non era rientrato per paura o sottrarsi al confronto: probabilmente era solo andato a prendere un coltello in cucina. E quando ha aperto la porta, Ilirjan forse non ha nemmeno avuto il tempo di parare la pugnalata che lo ha centrato in pieno torace: sul pianerottolo lo zerbino si inzuppa di sangue, che schizza sulle pareti e la porta stessa, che bagna le scarpe dell’anziano che tenta di scendere al primo piano a casa dei parenti lasciando una scia di gocce rosse. Ed infine stramazza tra i gradini e l’ammezzato. Le tende bianche della finestra imbrattate anch’esse da una pioggia scarlatta.

I SOCCORSI

Viene chiamato il 118. Arrivano subito i carabinieri, i familiari stravolti dal dolore allontanati. L’ingresso al palazzo viene consentito solo agli inquirenti e ai soccorritori, che però non possono far altro che attestare il decesso dell’anziano. Stefani è barricato in casa con la madre (anch’ella vittima delle violenze del figlio), mentre l’odio dei parenti e degli amici di Ilirjan monta ed una piccola folla minacciosa si assembra attorno al condominio. Intervengono i servizi sociali che riescono insieme ai militari a farsi aprire e a portare via, verso in un alloggio sicuro, la madre sotto choc. Anche l’assassino si consegna; nell’appartamento c’è ancora l’arma del delitto, che viene sequestrata. Ma non si può uscire: Stefani rischia il linciaggio.

IL TRASPORTO

L’Arma rafforza il cordone di sicurezza. In via F.lli Corradini a mezzanotte saranno sei le vetture con i lampeggianti blu: quelle dei carabinieri di Bibbiano, Cavriago, Montecchio, della sezione operativa della compagnia di Reggio e del nucleo investigativo del Comando provinciale. È mezzanotte e 50 quando un’auto blindata arriva fin davanti al portone e, in pochi istanti, l’omicida catapultato viene nell’abitacolo tra urla e sputi. Dopo momenti di forte tensione, i carabinieri riescono a portarlo incolume a Reggio.