Valzer, polca e mazurca. Colonne sonore della libertà

Al teatro Metropolis di Bibbiano, stasera alle 21, va in scena "Nel ventre della balera" di Gianluca Foglia, una narrazione teatrale con musica e disegno dal vivo che celebra la storia e la libertà del ballo liscio emiliano-romagnolo. Ingresso gratuito.

Valzer, polca e mazurca. Colonne sonore della libertà

Valzer, polca e mazurca. Colonne sonore della libertà

Stasera alle 21 al teatro Metropolis di Bibbiano va in scena "Nel ventre della balera. Una storia di libertà a passo di danza", di Gianluca Foglia "Fogliazza". E’ una narrazione teatrale con musica e disegno dal vivo. La storia di una ballo, il liscio, che insegnerà al popolo la libertà. Lo spettacolo si inserisce nel percorso culturale di valorizzazione delle tradizioni musicali che l’Amministrazione comunale ha avviato con il progetto "Barco Terra di Musica" e l’adesione a "Vai (col) Liscio", progetto della Regione Emilia-Romagna. Ingresso gratuito.

Lo spettacolo nasce da un’idea di Andrea Bonacini, con le musiche originali di Stefano Melone ed Emanuele Cappa, eseguite dal vivo. Il racconto si alterna tra narrazioni e disegno dal vivo: l’interprete e disegnatore si avvicina ad un tavolino sul quale è puntata una piccola telecamera con cui rimanda sul grande schermo (o più schermi) la realizzazione dei personaggi protagonisti dello spettacolo. "Nel ventre della balera" si rivela attraverso la narrazione sospesa tra mito e realtà.

Ignorare cosa sia stata la storia del ballo di coppia sarebbe follia maggiore di chi ne aveva visto l’emanazione del demonio, la musica da ballo emiliana e romagnola che si fa in tre (valzer, polca, mazurca) e che aveva dato al popolo il tempo libero, la libertà di sentirsi vivi, il diritto di essere felici. Scoprire la storia del "liscio" è capire la nostalgia di un tempo che faceva del ballo un atto di ribellione, del talento autodidatta di contadini poveri per nascita e talentuosi per vocazione. Lo stesso Giuseppe Verdi, bambino, assediato da note ambulanti di organetti a manovella e musicisti girovaghi, ne sarebbe rimasto folgorato.

Antonio Lecci