Vetrine in abbandono. Il Comitato in azione: "Esiste un regolamento. Nessuno lo applica"

Bottazzi (MiglioraRE): "Prevista una sanzione di trecento euro per chi non oscura entro quindici giorni il locale rimasto sfitto. Abbiamo chiesto di poter ’adottare’ gli spazi vuoti: niente da fare".

di Giulia

Beneventi

Il regolamento per avere un centro storico con vetrine decorose, seppur sfitte, esiste. Ma chi lo rispetta? A giudicare dal risultato, si direbbe nessuno.

La missione del comitato MiglioraRE, nato per spontanea iniziativa di un gruppo di commercianti e residenti del centro, si basa anche su questo. A spiegarlo è uno dei portavoce, Andrea Bottazzi, titolare del negozio di casalinghi Bottazzi Casa&Cucina: "Ci eravamo anche proposti di ’adottare’ le vetrine, ognuno di noi ne avrebbe presa una per tenerla pulita e ben presentabile. Ovviamente con l’accordo dei proprietari, che ci avrebbero dovuto lasciare le chiavi: non c’è stato nulla da fare".

Carta canta, però. Nello specifico, il Regolamento di polizia urbana e per la civile convivenza, approvato in consiglio comunale il 16 luglio 2018 e disponibile sul sito del Comune. L’articolo 12, comma 4, dice che "in caso di locali sfitti o comunque non occupati da attività", i proprietari devono provvedere alla pulizia di vetrine e serrande e rispettare il divieto di "affissione interna ed esterna alle vetrine, di manifesti, volantini, avvisi" salvo che si tratti di "comunicazioni di trasferimento dell’attività e le offerte di locazione/vendita". Devono inoltre oscurare le vetrine entro 15 giorni dalla chiusura dell’attività. La violazione di questa regola comporterebbe una "pena pecuniaria fissa di € 300".

Certe regole ci si immagina che possano anche essere state seguite, nell’immediatezza della chiusura. Vetrata e gradini puliti, cartello ’Affittasi’ o ’Vendesi’ messo, fogli di carta per oscurare posizionati, e giù la serranda una volta per tutte. Ma chi controlla che queste premure avvengano periodicamente? Di fatto si tratterebbe di rispettare quello che riporta l’articolo 1 del Regolamento, e cioè "promuovere il rispetto della qualità urbana, della cultura, del corretto uso dell’ambiente, del suolo pubblico, dei beni comuni".

"Nel nostro gruppo ci sono sia commercianti che residenti del centro – spiega Bottazzi –. È chiaro che tra di noi ci sono punti di vista differenti, per cui magari i residenti sono più concentrati sul tema della sicurezza e vivibilità. Ma restiamo uniti in una missione comune: fare delle proposte e creare un dialogo con enti e associazioni, il Comune in primis, per rendere più bello, vivibile e attrattivo il cuore della nostra città".

Non sono solo parole, per Bottazzi parlano anche i numeri: "A Reggio ci sono 324 negozi attivi – dice – a Modena siamo attorno ai 525, a Parma 630. Parliamo di città abbastanza uniformi nel rapporto tra superficie urbana e abitanti: evidentemente qui si sta sbagliando direzione". Il gruppo ha già preso contatti con l’assessora al commercio e cura del centro storico, Stefania Bondavalli. "Abbiamo avuto un primo incontro ad agosto, ce n’è un altro in programma per il 25 ottobre – dice Bottazzi –. Devo dire che l’amministrazione si è dimostrata fin da subito disponibile a collaborare. Le nostre proposte sono alla fine molto semplici e concrete, per esempio quella di sfruttare le vetrine vuote come temporary store. Oppure penso al periodo natalizio: sarebbe bello se si trovasse un accordo per allestirle e rendere la città più viva".

Al che rimarrebbe un ultimo, altissimo, scoglio da superare: guadagnarsi la fiducia o anche solo l’interesse dei proprietari dei negozi sfitti. Cosa che, a quanto sembra, è tutt’altro che uno scherzo. "Come gruppo non abbiamo mai organizzato un incontro formale con i proprietari – riferisce Bottazzi –. Posso dirle quello che rilevo io parlando con gli altri negozianti. In generale, l’impressione è che i proprietari non si fidino, o non abbiano né la voglia né il bisogno di entrare a far parte di certe iniziative. Spesso sono persone che hanno più di una proprietà e queste sono tutte in mano ad immobiliari fuori Reggio, quindi la vedono troppo complicata. Ci sono però quelli che rispondono positivamente, dicono che si attiverebbero volentieri. Ecco, se si riuscisse a unire la loro volontà a una ’spintarella’ da parte del Comune, forse anche altri proprietari riuscirebbero a convicersi".