Via Settembrini, il caso: "Il pilomat strumento inadatto per chiudere una strada al traffico"

Il verdetto del ministero dei Trasporti emesso il 13 marzo. Da 11 anni i residenti chiedono inascoltati che venga rimosso.

Via Settembrini, il caso: "Il pilomat strumento inadatto per chiudere una strada al traffico"

Via Settembrini, il caso: "Il pilomat strumento inadatto per chiudere una strada al traffico"

di Francesca Chilloni

Pilomat di via Settembrini: il Ministero dei Trasporti lo giudica uno strumento inadatto per chiudere una strada di passaggio per le auto, giudicandolo idoneo solo "a presidio delle aree pedonali". I cittadini chiedono nuovamente al sindaco di eliminare il dissuasore, lui non risponde. Un verdetto netto, quello del Mit, emesso il 13 marzo in risposta ad un esposto molto documentato del Comitato che riunisce oltre 130 famiglie residenti a monte dell’impianto, e che è stato comunicato anche al Comune di Reggio ed alla Prefettura. Tramite pec, il 26 marzo i cittadini hanno evidenziato al sindaco Luca Vecchi e all’assessora Carlotta Bonvicini della posizione del Mit e sollecitato una risposta alla richiesta di eliminare l’odiato cilindro mobile.

"Reggio città dell’ascolto e delle persone? Ci aspettavamo un minimo riscontro, ma a distanza di due mesi nessuna risposta", commenta Eugenio Sassi, portavoce del Comitato.

"Il dissuasore venne installato nel 2013, nonostante l’opposizione dei residenti – ricorda Sassi –. Una decisione assurda e da noi subita. Chiedemmo una pista ciclopedonale per mettere in sicurezza le persone rispetto al traffico, ma non siamo stati ascoltati. I disagi sono enormi, non si contano gli incidenti provocati dal pilastro o gravi episodi come le ambulanze bloccate… Nell’esposto viene anche segnalato il suo uso improprio per limitare il traffico in alcune ore del giorno come al mattino quando per uscire dal quartiere le famiglie e i lavoratori devono scegliere vie alternative impiegano in media 20 minuti in più rispetto a chi vive verso la zona delle Onde Chiare. Abbiamo segnalato, prima a Comune e Prefettura da ultimo al Mit, il suo azionamento non conforme all’omologazione presso il Ministero: si alza dopo 5 secondi dall’avviso tramite semaforo rosso, quando nelle omologazioni depositate si cita un minimo di 15-20 secondi. Ciò ha già causato numerosi incidenti".

Il 24 gennaio in un’intervista al Carlino il dirigente comunale (ed ex assessore) alla Mobilità, Paolo Gandolfi, ha decretato per il centro storico la fine dell’Era Pilomat. Ma per via Settembrini nulla si muove.

"A nulla sono servite anche le due raccolte di firme, con la maggioranza schiacciante dei residenti favorevole all’abolizione – prosegue il portavoce –. Il Comune non ha mai mantenuto le promesse di ridurre i disagi fornendo telecomandi ai residenti o spostando la posizione del pilomat".

Il parere del Mit è chiaro: "… questo Ufficio ritiene che i dissuasori di transito debbano essere utilizzati esclusivamente a presidio delle aree pedonali, o comunque di aree in cui è interdetta la circolazione in modo permanente, ovvero non variabile nel tempo" – ed infatti via Settembrini è un unicum in Europa. E si invita il Comune "a verificare la correttezza dell’installazione del dissuasore, ed a eliminare, eventualmente, le criticità in essere, al fine di tutelare la sicurezza della circolazione, in coerenza con le disposizioni del Codice e del relativo Regolamento".

Compito del municipio è la scelta delle soluzioni più adeguate. Nella Pec a Vecchi si chiede una presa di posizione ufficiale, il perché non si costruisce la ciclabile che si attende da 15 anni, le ragioni del mancato adeguamento della strada lungo cui "negli ultimi anni è stata concessa la costruzione di centinaia di abitazioni con ulteriore aumento del traffico", e delle motivazioni che spingono il Comune ad aumentare in modo arbitrario le ore di chiusura in estate, quando ferie e chiusura delle scuole riducono drasticamente la presenza di auto.