Vita, morte, fame e fede in ’Mettici la mano’

A Casalgrande stasera la nuova inedita commedia di Maurizio De Giovanni. La scena è uno scantinato che fa da rifugio per proteggersi dalle bombe.

Vita, morte, fame e fede in ’Mettici la mano’

Vita, morte, fame e fede in ’Mettici la mano’

La stagione del teatro di Casalgrande prosegue stasera con "Mettici la mano", in scena dalle 21 per la regia di Alessandro D’Alatri. Si tratta della nuova inedita commedia di Maurizio De Giovanni, interpretata da Antonio Milo, Adriano Falivene e Federica Todaro, con le musiche di Marco Zurcolo e luci di Davide Sondelli. Primavera del 1943, Napoli. Una tarda mattinata di sole viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati e il pericolo di un nuovo e devastante bombardamento. La scena è uno scantinato che fa da rifugio improvvisato. In un angolo del locale una statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa. È qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, e il brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha sgozzato nel sonno il Marchese di Roccafusca, di cui la ragazza era cameriera. Mentre fuori la porta le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, il dialogo tra i tre occupanti del rifugio si fa sempre più profondo e serrato, con una serie di riflessioni su vita, morte, giustizia, la fede, ma anche la fame e l’arroganza del potere. Mentre apprendiamo cosa sia realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, Bambinella si trasformerà in un avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso ma accorato.

Antonio Lecci