Zona stazione, l’impegno di Vecchi: "Rinnoveremo il patto anti degrado. Niente soldati, ma azioni mirate"

Il sindaco risponde a Cgil, Cisl e Uil: "Li convocherò assieme ad altri soggetti, serve un salto di qualità". E dopo un giro nel quartiere promette: "Illuminazione, potature e chiusura notturna degli automatic shop". .

Zona stazione, l’impegno di Vecchi: "Rinnoveremo il patto anti degrado. Niente soldati, ma azioni mirate"

Zona stazione, l’impegno di Vecchi: "Rinnoveremo il patto anti degrado. Niente soldati, ma azioni mirate"

Sindaco Vecchi, Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato l’allarme sul patto antidegrado sulla zona stazione in scadenza...

"Sarà rinnovato, nessuno l’ha mai messo in discussione. Nei prossimi giorni convocherò tutti i sindacati e i soggetti coinvolti nella rigenerazione del quartiere. Non deve essere solo una firma, serve un patto ragionato per fare un salto di qualità soprattutto socio-educativo, distribuire compiti e risorse".

Il comitato di viale IV Novembre ci hanno svelato che sabato scorso lei ha fatto una passeggiata nel quartiere.

"Sì e devo fare loro i complimenti per l’approccio serio e responsabile. Come già in passato, ho girato nel quartiere e negli esercizi commerciali. A dir la verità, pure ieri (martedì, ndr) ho fatto un giro da solo a tarda sera".

Come giudica la situazione?

"Sono consapevole che alcune problematiche non sono risolvibili in tempi brevi, ma ho assicurato loro che entro fine anno porteremo a termine una strategia con azioni mirate".

Ad esempio?

"Completeremo il potenziamento dell’illuminazione in via Eritrea e viale IV Novembre. Effettueremo la potatura degli alberi e nei prossimi giorni riproporrò le ordinanze sulla vendita e sul consumo di alcolici oltre alle disposizioni sugli orari di apertura degli esercizi. E ordinerò la chiusura notturna degli ‘h24’ (distributori di macchinette, ndr) in tutta la città perché sono anfratti nei quali si annida il degrado".

I cittadini non si sentono al sicuro, specie nella ’L’ tra viale IV Novembre, Piazzale Marconi e via Eritrea mentre descrivono via Turri e via Paradisi come migliorate.

"È vero, via Turri e via Paradisi sono più sostenibili ora. Ma è frutto di un lavoro di riqualificazione e rigenerazione iniziato da tempo. Che dobbiamo allargare a tutto il quartiere, anche nell’organizzare più eventi culturali e d’aggregazione. Ciò deve andare però di pari passo, come deciso col Prefetto, con controlli repressivi e preventivi".

Qual è il vero nodo?

"La densità di persone in piazzale Marconi. La maggior parte bivacca e non fa reati. Su 70-100 soggetti, 14 di loro – già noti alle forze dell’ordine che stanno facendo un grande lavoro – spacciano. E non sono gli ex occupanti delle Reggiane, ma giovani arrivati in Italia da poco. Questo è il fallimento delle politiche nazionali d’accoglienza del Governo che recapitano i migranti ai sindaci dei Comuni come fossero pacchi di Natale... Ecco perché in zona stazione penso sia più una questione di ordine pubblico e la risoluzione passa in gran parte dall’allentamento di questa pressione".

C’è chi chiede l’esercito...

"Non credo possa essere la giusta chiave di svolta. A Modena ci sono i soldati, ma direi che hanno più criticità di noi. L’esercito sarebbe solo un presidio, ma non può fare indagini o arresti. Svelo un aneddoto: quando gestimmo lo sgombero alle ex Reggiane, col questore e il prefetto d’allora (Ferrari e Rolli, ndr) valutammo l’esercito. Ma ne uscimmo con la consapevolezza che Reggio avesse già gli strumenti per farcela col nostro tipico approccio di sinergia istituzionale. Così è stato. E sarà lo stesso per la zona stazione".

Daniele Petrone